COLLE DER FOMENTO – FOMENTATI A DOVERE

Colle 01

AL 33 Febbraio 1999

David Nerattini

Conosco Massimo e Simone, ovvero Er Danno e Masito da quando erano solo due “pischelli” che volevano rappare, per non parlare dell’amicizia che mi lega ad Ice One. Quindi una mia intervista imparziale sarebbe stata difficile da realizzare. Quello che segue è il resoconto di due incontri e di altrettante conversazioni con tre amici che guarda caso sono una delle realtà più importanti dell’Hip Hop italiano. È uscito un nuovo disco, il secondo e omonimo, e loro sono più fomentati che mai. Ecco le parole senza i filtri dell’italiano “corretto”. Rimettere in italiano quello che ci siamo detti sarebbe come tentare di tradurre in Queen’s English un’intervista ad Ol’ Dirty Bastard…

-Io partirei proprio da zero. Cioè da come vi siete conosciuti, come vi siete trovati a fare le cose, come avete trovato il tempo e la convinzione.

Danno: “Però questo ce lo hanno già chiesto tempo fa. In ogni intervista. Abbiamo contattato er Sebi, lui ha visto che lavorava bene con noi…”

-No, più che altro come vi ha preso il sacro fuoco dell’Hip Hop.

Danno: “Ah questo no, non ce l’ha chiesto nessuno.”

-Perché questa è una roba che hai vicino, ti piace. Però a un certo punto ti prende quel qualcosa dentro che dici “lo devo fa’”.

Masito: “Io ho sentito le prime cose che andavo a scuola. Un giorno andavo in gita a Torre in Pietra, facevo la seconda media, e praticamente uno è venuto co’ stò Sony e c’era un pezzo dei RUN DMC. Io ho sentito ‘sto pezzo e ho detto: questa è una musica proprio diversa, questa è una cosa spaziale, so’ matti, fanno tutte le cose sempre a tempo, m’ha colpito proprio ‘sta cosa. Fino a quel momento la musica non me l’ero mai sentita, di nessun genere, e quel pezzo dei RUN DMC mi aveva fomentato un botto insomma. Le prime cose che ho sentito sono stati Erik B & Rakim con “Follow the Leader”e i RUN DMC. Da quel momento ho detto ‘sta musica è da paura e da solo ho provato a farla a casa; a scrivere dei testi a provarli e ho visto che si poteva fare anche se ero italiano; poi ho conosciuto Simone (il Danno N.d.R.) e abbiamo cominciato a farlo insieme.”

Danno: “Io rappresento l’esempio di quello che è partito male e spera di essere finito bene. Io pure stavo in terza media e già da prima ascoltavo le cassette tipo Mixage, la roba tipo “Rumors”, “Word Up”, “Holiday Rap”, però non sapevo proprio niente di cosa fosse l’Hip Hop. Ho iniziato a conoscere l’Hip Hop grazie a DJ Television quando c’era Jovanotti, mi piaceva pure lui i primi tempi, era potente perché mandava i video di RUN DMC, Beastie Boys, roba che in quel periodo non si vedeva e non sapevo dove comprare i dischi. Quindi per due anni, fino a che non ho conosciuto altra gente, come ad esempio er Sebi ma non solo, il Cromo e altre persone, che ho iniziato a frequentare il Flaminio, andavo ad un negozio di dischi vicino casa mia che mi rifilava la peggio roba hip-house spacciandomela per rap… però ogni tanto mi regalava in mezzo a quei dischi di merda, perché si vede che non li vendeva, il mix di “Stop the Violence” di BDP, il mix di “I’m still the Number #1”. Già a quel tempo scrivevo delle cose un po’ in inglese – come penso tutti all’inizio – e un po’ in italiano, però erano un po’ stupide. Ero pure pischello. Poi è arrivato il periodo delle posse, che secondo me è stato un periodo che è servito a molto, che a uno come me ha fatto capì che si potevano dire delle cose con un certo spessore e che quindi non era soltanto un fatto di ballare. Ecco durante il periodo delle posse ho iniziato a scrivere delle cose… non sono mai stato “posse” in realtà, non ho mai fatto testi troppo politici, ho sempre fatto dei testi di stile anche quando andava la cosa delle posse… c’era Deemo, l’Isola Posse All Stars, ma anche a Roma l’Onda Rossa, Assalti avevano un peso enorme…”

-C’è stato il primo periodo del rap italiano in cui se non parlavi di cose “serie” e non eri politicamente impegnato eri un coglione…

Masito: “Poi c’erano quelli che avevano capito tutto una cifra prima, nun se sa come, tipo Deemo che aveva fatto un pezzo come “Sfida al Buio” nel periodo delle posse che tutt’oggi sia di metrica che di base è un pezzo attualissimo che ha cacciato nun se sa come. Comunque usciva della roba da paura e abbiamo imparato da quelle cose, anche dal disco di Assalti, pure dai Sud Sound System, non facevano il nostro genere ma come mentalità era simile a come ce la vivevamo noi…”

Danno: “È vero che in quel periodo c’è stata molta ipocrisia, nel senso che molta gente s’è fatta portavoce di problemi e disagi con i quali non aveva niente a che fare e dopo un anno che è passata la moda ha smesso di pensarci, però oltre a quest’ipocrisia io ci ho visto pure un botto di spontaneità, cioè un botto di gente che gli andava di fare quella cosa perché si divertiva e gli piaceva farla e forse c’era meno posa, era una posa di sicuro diversa, però comunque si cercava anche di sensibilizzare l’ascoltatore… infatti c’era un pubblico che d’età era molto più adulto rispetto al pubblico di adesso e comunque parlavi anche della vita tua, perché parlando di problemi sociali sia che ti riguardassero sia che tu li vedessi come un osservatore parlavi più che altro della vita tua. Se in quel periodo facevi un pezzo in cui parlavi del Bronx o che te volevi esse’ nato nel Bronx ti mandavano proprio a ‘fanculo. E quindi la mentalità di quel periodo a mi è rimasta.”

-In verità pure adesso, è ridicolo…

Masito: “Sì però prima fare certe cose era proprio vietato, del tipo ‘ah te voi fa l’americano, ma come ti vesti, il cappellino, te c’hai i soldi allora’… prima la cosa era diversa.”

Danno: “Secondo me non c’era una ricerca troppo elaborata nello stile e nelle basi, ma poi tu vedi che Deemo o l’Isola Posse avevano le metriche più potenti, le basi più potenti, forse perché avevano più mezzi, non economici, ma conoscevano più dischi. Se te parlavi con Militant A o con me, o con altri, avevo venti dischi a casa. L’evoluzione non poteva esserci. L’evoluzione è effettivamente arrivata da quelli di Bologna e da quelli di Milano visto perchè là l’Hip Hop girava già in maniera più consistente proprio a livello di dischi e di studio della metrica. Quando è arrivato a Roma pure noi come FDC eravamo un gruppo che metricamente era il migliore di Roma, lo dico senza spocchia. Non c’era un gruppo a Roma che rappasse in Italiano meglio di noi e i Cor Veleno insieme. Ci studiavamo le metriche che in quel periodo erano gli extra beat, i famosi extra beat…”

Masito: “Battevamo il nostro tempo come direbbe Militant A…”

-Molte si scopre il senso si quello che si scrive solo dopo averlo trascritto su carta. Capita…

Masito: “E’ capitato…”

Danno: “Molte volte hai un’idea in testa che dopo che l’hai buttata giù dici, ecco quello che volevo dì. Non è che parti così… Per esempio io in “Sul Tempo” quando dico “dipingono un unico colore freddo / impongono non il perfetto il più che perfetto” non si capisce bene a cosa è riferito. In realtà è riferito a un certo tipo di standard dei media di adesso dove le pubblicità, i video hanno tutti questo freddo azzurrino che ti fa la faccia perfetta e quindi ti impongono un modello perfetto. O quando dico “controllano le rivolte” è un po’ la MTV generation, la cui unica rivolta è di farsi i capelli viola, il piercing al naso perché qualcuno gli ha detto “fate così che siete ribelli”. Allora loro le controllano le rivolte e te le vendono. Quello è il senso però non è facile da spiegare, c’è gente che magari ha pure scritto libri su una cosa che io ho messo in due frasi.”

Masito: “Magari si capisce. Un pezzo come “Sul Tempo” che è un pezzo che mi piace un botto de ‘sto disco perché per noi è il tempo che è passato rispetto al disco vecchio. Il tempo che passa e il fatto che più passa il tempo più tu sul tempo ci vai diversamente… impari… ti adagi di più ad andare sulle basi e quindi fai delle cose diverse rispetto a prima.”

-Infatti ho notato che avete allargato lo spettro del tipo di base che usate.

Masito: “Infatti sono abbastanza diverse l’una dall’altra. Er Sebi ha fatto un lavoro da paura…”

Danno: “È stata molto una componente portata da Sebi. Ha fatto tantissime basi per questo disco molto variegate e quindi abbiamo avuto l’opportunità di scegliere delle basi che, anche se hanno una linea comune, mantengono una propria caratteristica.”

-Il dato comune è poi il fatto che Sebi è l’unico in Italia che ha uno stile nel fare le basi…

Danno: “Sì. Il fatto è che qualsiasi base di Sebi ti può non piacere ma tu la riconosci subito…”

-Sono anni che fa le basi, cambia ma è sempre lui.

Masito: “Come per le basi pure per i testi su questo dico non è che ce la siamo presa comoda. Del tipo “ah il Colle sono quelli che fanno i pezzi hardcore”. Noi siamo partiti proprio da zero. Quest’estate quando abbiamo detto mò facciamo il disco, abbiamo detto -adesso tutto quello che abbiamo imparato c’è… facciamo qualcosa di nuovo, aggiungiamo qualcosa a quello che già sappiamo-. È stato pure difficile fare ‘sto disco. Non è che abbiamo fatto dei pezzi l’uno dopo l’altro e basta. Le cose che abbiamo fatto sono sperimentali pure per noi. Quando arriveremo a fare ‘ste cose e sarà normale sarà un altro passo e guarderemo ancora avanti… insomma se la semo sudata su ‘sto disco.”

-Era facile fare un pezzettone con il ritornellone e conquistarsi un territorio, mentre il primo singolo è “Vita” un pezzo che sia nel testo che nella forma mantiene una sua identità hardcore.

Danno: “Sì, perché il discorso è quello che fa Massimo (Masito) che ultimamente ha sempre detto “noi ci siamo voluti confrontare con il rap”. Altri si sono confrontati con il rap americano e quindi hanno preso i punti di riferimento dall’America, noi abbiamo preso il beat e le rime. Punto.”

Masito: “…proprio il fatto di andare su una base e quadrare dei tempi della voce. Abbiamo fatto questo esperimento. Lo diceva Jaime, una persona da paura che se la studiava ‘sta cosa. Lui diceva proprio che il rap era una cosa semplice: parlare sulle basi con un certo stile. Non ha detto nemmeno una genialata però spesso ‘ste cose semplici levano de mezzo una cifra de parole.”

-Voi siete passati da un’indipendente – con cui comunque rimanete – alla Virgin. Avete avuto la possibilità di fare il primo video – che per il primo disco non avete fatto, quasi un suicidio per altro…

Masito e Danno: “Sì, sì…”

-Probabilmente avreste venduto pure di più…

Danno: “Però in un periodo in cui quasi nessuno aveva il video se ci pensi… solo chi aveva la spinta vera o comunque chi l’aveva si trovava un video fatto con pochi mezzi…”

-Quindi siete passati alla Virgin. Nessun problema da questo punto di vista. È rimasto tutto uguale solo che avete più canali…

Danno: “La Virgin non ha proprio sentito niente finché non era finito…”

Masito: “La figata è proprio questa. Abbiamo più canali, più possibilità e abbiamo dato il disco proprio alla fine senza che nessuno sentisse i pezzi prima. Non c’è stato detto che dovevamo fare tre singoli… Abbiamo fatto i pezzi e glieli abbiamo dati. Non abbiamo mai sentito la pressione… L’abbiamo solo sentita per i tempi. Cioè ci dicevano fate, fate, fate, dovete finì sto disco.”

-Che non è neanche male per voi…

Danno: “Sì, perché se non ci rompevano un pò il cazzo, quest’intervista mica la facevi adesso. La facevamo al Giubileo. Anche perché noi tendenzialmente siamo un po’ così. A noi nun ce ne frega proprio un cazzo. Se a me me mannano in una trasmissione per fare promozione e il conduttore o la conduttrice me stà sur cazzo e nun me rispetta, io nun me faccio i problemi perché sto in televisione. Se devo mannà a fanculo quarcuno lo faccio, gli do del tu. Che questo sia chiaro. Non è perché c’ho la Virgin faccio il bravo ragazzo se non lo voglio fare…

Masito: “O come certi che hanno fatto gli infami per tutta la vita, mo’ è uscito il disco allora se fanno la recensione, se fanno l’intervista tutti tranquilli: -io penso che l’Hip Hop sia pace, amore e rispetto-… ‘sto cazzo, io penso che la vita è fatta pure de violenza. La violenza è una parte della vita, come l’amore, magnà, ne fa parte non puoi negà che esiste. Ste’ cose fuori dal mondo di gente che se ne esce tipo dobbiamo esse’…

Danno: “…tutti buoni…”

Masito: “Sì, tutti buoni, tutti fratelli da gente che ha pure fatto l’infame non è regolare. Noi che certe persone le conosciamo sappiamo che se la stanno a ‘mbastì. Noi semo sempre uguali nel bene e nel male, sicuro. E che siamo un po’ tutti degli scoppiati, perché ognuno c’ha la sua traiettoria, il suo viaggio ognuno diverso. Non solo. Una volta trovati sulla stessa traiettoria, capire dove dobbiamo andare.”

-Poi fortunatamente c’è il fenomeno di super Seby.

Danno: Mò l’ha scoperto tutta l’Italia, fortunatamente.

-È difficile lavorare con loro?

Ice One: “Un po’ sì, però in verità, diciamo, parecchie delle difficoltà sono nate dalle pressioni che c’abbiamo avuto, fatte anche in maniera molto gentile, ma noi non siamo abituati ad avere. Poi sono successi fatti personali a cui ho dovuto dare priorità rispetto alla musica.”

-Beh, però meno male, se non avevi quelle, cosa facevi , 74 dischi?

Ice One: “Comunque l’iperproduttività è generata pure dal momento in cui c’era pure bisogno di portare fuori questa realtà. Nel senso che tenerla sempre legata dentro certi margini non funziona… E pure il fatto che ho fatto un pezzo con Niccolò Fabi. Ok! Per quelli HH magari Niccolò Fabi fa schifo, però alla gente non importa e gli piace. È un modo di lavorare, è una strada, non voglio dire che è quella più giusta, però è quella che ho scelto io, è quella che a me interessa. Anche i remix, cercare di fare delle cose, comunque contaminarsi anche con gli altri generi musicali. Se no veramente arrivavamo all’equazione che diciamo che i neri americani possono fare HH e noi no.”

-La situazione del Rome Zoo. Che cos’è veramente il Rome Zoo, perché poi ognuno dice la sua…

Danno: “Secondo me il Rome Zoo sono determinate persone, suppergiù sono 35, almeno quelli che c’erano scritti sul mixtape di Dj Stile e Dj Baro fra Writer, Mc, Dj e gente che non è attiva nell’Hip Hop che però lo segue, è amica nostra e gira con noi. Ognuno cerca de portà il suo, ognuno se fa i cazzi suoi, nel senso che ognuno ha la sua direzione sapendo che però facciamo tutti capo a questa cosa più grossa che se chiama Rome Zoo. Non ho la spocchia di dire che siamo i migliori di Roma però siamo tra i migliori di Roma.”

Masito: “Semo i più coatti…”

Danno: “Fra gli elementi che abbiamo, difficilmente dirai questo fa schifo. Magari c’è chi ha appena iniziato, chi sta iniziando, chi ha già iniziato da tanto come i Cor Veleno ma che però non ha mai realizzato un disco, chi come noi ha fatto il disco. Però tutti a modo loro quello che fanno lo fanno bene. Quindi è una crew potente, una cosa regolare. Abbiamo fatto quattro feste, so’ venute bene tranne una per problemi d’impianto più che altro e non nostri e che comunque, nonostante l’impianto, ha avuto una sua dignità, anche grazie agli ospiti che abbiamo chiamato. Quindi Rome Zoo è regolare, esiste, semo massicci…”

-Lo rappresentano nel vostro disco China e Gufo… La super new entry China…

Masito: “Sì, ci sono pochi ospiti sul disco. Abbiamo Esa in un pezzo e China e Gufo in un altro.”

-E l’outro de Phella…

Masito: “E l’outro de Phella giusto… il pezzo con Esa l’abbiamo fatto perché Esa è una di quelle persone in Italia che rispettiamo e stimiamo per lo stile che c’ha nonché come persona. Bene o male quando andiamo in giro so’ tutti buoni amici, molta gente fa un po’ finta, se la ‘mbastiscono un po’ mentre Esa, La Pina, il giro Gente Guasta è tutta gente abbastanza vera, non parliamo solo dell’ultimo disco uscito, ma della vita…ci sentiamo per telefono… so persone regolari. In più Esa è un Mc da paura che rappa da paura. Per una volta abbiamo provato a nun fa un pezzo…”

Danno: “Jam classico…”

Masito: “Abbiamo provato a fa’ un pezzo che parla de’ immagini. Ogni frase è un po’ fine a se stessa su quel testo e ci potrebbe essere un punto ogni quattro parole. Abbiamo provato a fa’ un pezzo così, sono immagini che non hanno un senso che le lega una con l’altra ma volendo ce lo possono ave’…”

Danno: “So’ flash… è come un fotomontaggio. Invece co’ China e Gufo abbiamo fatto sto gruppo dove c’è anche Dj Baro che è un’altra new entry, anche se è uno che c’è sta da una cifra però è adesso che si sta iniziando a far conoscere, ha fatto un mixtape con Double S e uno con Dj Stile…”

Masito: “E farà alcuni live con noi quest’anno…”

Danno: “E ‘sto gruppo si chiama Non Plus Ultra ed è un gruppo nato dall’amicizia e dalla voglia di fare delle cose insieme. Sotto il nome Non Plus Ultra faremo più che altro classici pezzi Hip Hop, magari certe cose un po’ più ricercate ce le teniamo per il Colle, ma non è detto che se viene fuori un’idea potente, cioè strana, non è detto che non si faccia con Non Plus Ultra. Però Non Plus Ultra è il modo di uscì fuori su compilation, mixtape, robe di inediti… non so su Fritz The Cat faremo il pezzo con Non Plus Ultra…”

-Come vi vedete? In che posizione pensate di essere in questo momento nell’Hip Hop? Potreste essere un grande successo o una roba che rimane underground… voi che pensate?

Masito: “Pensiamo che ‘sto disco un po’ gira, pure perché il disco vecchio, per quanto c’erano cose di mezzo, ha girato. Quindi un po’ girerà, poi noi abbiamo le nostre speranze che ci teniamo per noi… Se va bene è da paura.”

-Secondo me c’è un pezzo del disco che potrebbe veramente cambiare l’opinione generale, su Roma e su voi…

Danno: “Che è “Il cielo su Roma”…”

… che secondo me è il pezzo del ’99 anche se è appena iniziato l’anno, sfido chiunque da questo punto in poi a fa’ un pezzo meglio de questo.

Danno: “Sai che è… quello è stato un pezzo difficilissimo, non tanto per scriverlo, perché penso che io e Massimo di pezzi su Roma ne avremmo potuti scrivere venti…”

Masito: “Anzi… il pezzo su Roma quando se chiamavamo pe’ telefono, magari se scambiavamo delle cose che avevamo scritto, e succedeva che io, ma soprattutto Simone, avevamo scritto un boato de roba, avevamo scritto strofe su strofe, ne avevamo scritte varie perché comunque a Roma ci siamo nati, ce piace un botto ‘sta città… e quindi avevamo scritto varie cose, ogni volta una strofa era diversa dall’altra e alla fine abbiamo tenuto l’ultima. La maggior parte del resto l’abbiamo pure scritta a Bologna dove abbiamo registrato il disco…”

Danno: “… magari prendendo da frammenti di cose già scritte…”

Masito: “Ricordandose pure de Roma… allora c’avevamo pure la mancanza ed è lì per lì che sono venute le cose più spontanee su Roma. Io nella strofa mia parlo pure dei motorini che è una cazzata, del fatto delle modifiche ai motorini…”

-Invece è una bella immagine…

Masito: “ Bene o male è una cosa che tutti abbiamo vissuto, tutti avevamo sotto casa l’amico che se smontava er motorino pe’ tutto il giorno… ‘c’ho messo la Polini’, a scuola alle medie tutti parlavano della modifica, tutti, pure chi nun gliene frega niente comunque gli è arrivata sta cosa… Quindi quello è un pezzo de Roma. Magari nun m’ha aiutato a cresce…”

Danno: “Secondo me quel pezzo… che ne so se tu ti ascolti i pezzi dei cantautori come quelli di Venditti e compagnia bella, quei pezzi so’ bellissimi, parlano de Roma, però non riescono forse a entra’ nella testa di un pischello di venticinque anni che se vive una città… Perché poi alla fine a uno così che gliene frega der cuppolone. Lo vede, è bello, c’è cresciuto, guardalo làopunto. Poi la città se la vive in una maniera molto diversa e il fatto dei motorini o io che posso cita’ il Fronte della Gioventù vicino al Forte Prenestino… quelle so’ delle realtà che per uno della mia età sono molto più presenti… perché al liceo uno come me ha sempre avuto problemi coi fasci, la sera te ne vai a Roma o nei centri sociali visto che a Roma è pieno de centri sociali… che ne so quello è un modo de parla’ de Roma de uno che c’ha ventiquattr’anni…”

Masito: “E’ una città grossa quindi pure la politica c’è sta…”

-Pure perché Roma è la contraddizione fatta città…

Danno: “Roma è la città che ha più comunisti e più fascisti insieme, è una città che è vecchia e nuova nello stesso momento, è una città dove tutti dicono “volemose bene” e poi in finale il romano è quello che nun gliene frega proprio un cazzo de quello che c’ha accanto… capito… gli frega solo dell’amico suo. Però nello stesso tempo nonostante il romano sia un po’ il cinico, quello che nun ie và de lavorà, è una persona molto più aperta rispetto ad altri tipi, i romani so’ estremi… la verità è che Roma è estrema perché i romani so’ estremi. Se vai in vacanza i romani so’ quelli che fanno più casino con i napoletani. So quelli che nun gliene frega un cazzo de tenesse pé dasse un contegno. So’ caciaroni, urlano, allo stadio la tifoseria romana è una delle peggio d’Italia…”

Masito: “Una delle meglio…”

Danno: “Nel senso meglio come tipo di tifo ma peggio come violenza, so’ quelli più avvelenati e Roma è una città avvelenata in tutti e due i sensi, in quello negativo e quello buono.”

Masito: “A Roma c’è gente che c’ha cuore, se vede pure dallo stadio. La Curva Sud della Roma è una delle tifoserie più potenti d’Italia non solo perché magari c’è tanta gente – quella c’è pure a Torino o a Milano – ma è calorosa, le coreografie che fanno… i derby…”

-Togliemose un po’ de calli… andiamo dal “callista”… allora ci sono un po’ di…

Danno: ah, ah io so già tu dove vuoi andare a parare…

-Allora i Pornorockers… Uccidiamo i Pornorockers… il Porno Pope distrugge definitivamente e pubblicamente i Pornorockers.

Masito: “Allora, io, Masito del Colle del Fomento ho creato i Pornorockers qualche anno fa a scopo benefico però per vari motivi la cosa ha degenerato… quindi li ho sciolti e questa è una cosa ufficiale. Quindi i Pornorockers non ce stanno più, erano un gruppo de’ gente che se scambiava videocassette hard, le vedeva insieme…”

-O ne parlava semplicemente…

Masito: “Se ne parlava, ma che comunque nun c’è sta più come gruppo perché è capitato che quando ci andavano a intervistare invece di chiederci delle cose più importanti andavano a pesca’ quella cosa nel testo che dicevamo a riguardo dei Pornorockers che magari per loro era più interessante e ci facevano tutte domande sul porno. In realtà non è che siamo malati o pipparoli così esagerati…”

-E nei Pornorockers c’era pure Er Piotta un grande assente, sempre associato a voi, ma che ora non c’è più…

Danno: “Col Piotta abbiamo condiviso delle esperienze umane e musicali. Poi, per problemi più che altro personali, abbiamo avuto delle divergenze e ci siamo separati. Problemi personali e quindi non devono riguardare tutta l’Italia… lui sta da una parte, fa le cose sue, noi stiamo da un’altra e facciamo le nostre, senza che le une c’entrino per forza con le altre. Due modi di fare rap diversi, proprio due punti d’arrivo diversi. Quindi non abbiamo niente a che fare con il Piotta né dal punto di vista umano né da quello musicale…”

Masito: “Se non che abita a Roma e che fa rap come noi… però il rap nostro è troppo differente dal rap suo.”

Danno: “Senza dì chi è mejo e chi è peggio…”

-Veniamo da un paio d’anni dove, nella scena, de scazzi inutili ce ne sono stati parecchi, anche assolutamente gratuiti.

Masito: “Chi fa un pezzo regolare ha la mia stima, chi nun lo fa è uno schifo, ma de schifo ce ne stà tanto in giro quindi non è niente di nuovo…”

-Cos’è che vi è piaciuto nello scorso anno? C’è un po’ di crisi, nel senso che nell’Hip Hop esce un sacco di roba ma bisogna andare a cercare un pezzo qua, un pezzo là…

Danno: “Io ultimamente mi sono totalmente rotto i coglioni di canzoni superelettroniche, con questi video con coreografie con ballerini tipo Michael Jackson perché mi ritorna in mente Mc Hammer. Mi sono rivisto ultimamente un video di Mc Hammer e caso strano rivedo Puff Daddy e compagnia bella. Quindi la roba che me piace adesso è roba che viene tipo dall’underground di New York tipo DITC? Che poi non sono underground ma che in Italia non sono conosciuti. Me piace ‘na cifra la roba che viene dal giro di San Francisco e quindi Q-Bert o la roba della ABBA Records… e non so, i Dilated Peoples e tutta quella gente là che io all’inizio pensavo fosse newyorkese e che quindi fanno quello che dovrebbero fare quelli di New York.”

Masito: “Pure gli Outkast…”

Danno: “Gli Outkast che ad esempio è un gruppo che ha sonorità stranissime però ci vedo un’evoluzione e quindi mi piacciono… so’ regolari… secondo me gli Outkast sono un po’ i Company Flow della South, c’hanno delle innovazioni geniali. Poi Company Flow, il giro Rawkus è potente perché loro a New York sono adesso quelli che vanno per la maggiore, ma non perché è un fatto di moda, ma perché fanno i pezzi anche per i breaker, fanno le copertine con i tag… rispettano la cultura tutta…”

-La copertina di Phase è bellissima…

Danno: “La copertina di Phase, ma pure gli Arsonists… io ho conosciuto Q-Unique a New York che è un tipo che fa il Dj, rappa, balla e dipinge… una crew di diciotto persone, ora non so quanti sono, dove ognuno fa qualcosa.”

Masito: “Quest’anno tra le cose potenti ci stanno pure i Dj che hanno prodotto basi per i vari mc. Il disco di Kid Capri è potente, ci stanno un bel po’ di tracce potenti, quella de Nas è da paura, Dj Clue, Pete Rock ha fatto un disco da paura, per me uno dei migliori di questo periodo, Method nonostante che è passato del tempo e tutti dicono che è commerciale è uno che ha provato a fare delle cose ancora nuove. Rappa su dei beat veloci, anni ’80 molto veloci…”

Danno: “Il disco di Method è bello anche perché alla fine non è il classico disco Wu-Tang…”

-Tornando al disco. Un pezzo vagamente morbido c’è ed è quello solista di Masito…

Masito: “Quello era per continuare un filone perché avevo fatto un pezzo su un mixtape che si chiamava “Tamarindo Groove”, m’ero dato uno pseudonimo… Tamarindo groove, per l’appunto, e volevo fare una cosa un po’ allegra, un po’ salsa e merengue, un rap un po’ veloce, volevo fare una cosa diversa e avevo fatto ‘sto pezzo che m’era piaciuto e che era piaciuto pure agli amici miei. E quindi avevo pensato de fa’ una cosa simile sul disco… però visto che stava sul disco e non sul mixtape volevo farla un po’ tirata diversa e quindi ancora più paradossale. C’ha cantato il ritornello una ragazza dei Dust – un gruppo di Bologna- che è la ragazza di Ohm Guru che ha fatto varie produzioni per Sangue Misto, Stop al Panico…”

Danno: “Il fonico che ha fatto tutti i dischi più potenti di quel periodo…”

-Lui e Frank Nemola, i Tubi Forti.

Masito: “Sì, i Tubi Forti… e quindi ha fatto ‘sto pezzo che non è che abbia ‘sto grande testo però gira, è un pezzo pure abbastanza ballabile…”

Danno: “La cosa potente secondo me del pezzo suo da solista e del pezzo mio da solista è che sono agli antipodi. Ognuno per conto suo ha voluto estremizzare una sua componente personale e quindi lui ha fatto una cosa di stile che ha un qualcosa nella base che è ironico… una sorta di presa per il culo…”

-Sì, per cui la voce femminile sottolinea proprio quello…

Danno: “Mentre io ho fatto er Toro Scatenato che è proprio er massacro…”

-Be’, pure perché chi t’ha visto dal vivo nell’ultimo anno e mezzo…

Danno: “L’ho fatta io la base, voglio che lo scrivete! L’ho fatta io, e Sebi naturalmente m’ha dato una mano a metterla a posto… perché non è che so’ ‘sto produttore.”

Masito: “Poi tant’è vero che il pezzo ha due campioni famosissimi che mo’ nun me ricordo perché non c’ho tutto ‘sto knowledge… comunque è un piano dei…”

Danno: “Dei Jackson Five…”

Masito: “E l’altro è quello di “It’s All About The Benjamins”, ‘na campanella usata mille volte…”

Danno: “Non è quella, è simile…”

Masito: “Comunque è un pezzo…”

-L’evoluzione, avere l’idea che comunque questa è una roba che cambia tutti i giorni, una cosa che gli devi stare appresso, che devi ama’. Non è che puoi lasciarla là, sennò un bel giorno t’abbandona. Tu pensi di stacce dentro e invece nun ce stai più.

Masito: “Io dico sempre sta cazzata… Che l’Hip Hop è un mostro e che a questo mostro se fai Hip Hop ie devi dà da magnà e quindi se tu gli dai da mangiare cose vecchie lui non le vuole, se te gli dai delle cose nuove stò mostro mangia, cresce e diventa sempre più grosso. Quindi dentro l’Hip Hop più che fare un pezzo simile a quello americano, devi fa’ un pezzo nuovo, cerca’ de inventatte qualcosa, pure se è stato fatto quasi tutto.”

-Voi pensate sia possibile che dall’Italia, che è l’ultima provincia dell’impero americano, possa venire un apporto originale a una roba che non è nostra?

Danno: “…in Europa sì…”

-In generale. Secondo voi potreste andare in America a dire ‘noi facciamo sta roba qua che parte da voi però è nostra…’

Danno: “Tra un po’ sì. Io penso personalmente che alcune persone già sulle basi sono pronte, perché è un terreno internazionale. Per il rap, finché c’è la barriera linguistica…”

-Voi state parecchio staccati dal business, vi fate parecchio i cazzi vostri…

Masito: “Sì, tant’è vero che nel nostro video non ci siamo per tutti e quattro i minuti, ma ci siamo in mezzo ad altre cose che abbiamo voluto metterci dentro. Non vogliamo fare il successo tanto con la faccia nostra quanto con le parole, quello sì.”

-Mantenere un approccio di purezza è quello che salva la comunicazione.

Danno: “Sì, io sono uno convinto su questa cosa. Certe cose mi stanno bene, per quelle che non mi vanno bene non sono poi troppo disposto a dire -chiudiamo l’occhio così vendiamo quelle diecimila copie in più-, nun me ne frega un cazzo. Anche perché secondo me entri in una spirale così complessa, che te cominciano a veni’ le paranoie… non ti diverti più a fare questa cosa… perché dici oddio sarò venuto bene in quelle foto… cazzo te frega, conta il rap, conta quando stai sul palco, quello che cazzo comunichi a quelli sotto, no che hai impiegato quattro giorni a fa’ le foto pe’ appari’ bello… ma chi te se n’cula, sali sul palco e viemme a di’ le cose. Punto. Il music business funziona così e in questo senso noi ne siamo fuori. Non è che abbiamo puntato su noi come immagine o come personaggi. Il nostro personaggio se esce fuori esce dai nostri testi e dalle nostre basi, non esce fuori dalle nostre apprizioni in Tv dove abbiamo fatto chissà cosa e quindi siamo diventati famosi perché abbiamo spaccato una bottiglia per terra… o perché abbiamo detto qualcosa di oltraggioso e quindi siamo finito sul giornale, è perché l’hanno dedotto dalla nostra musica.”

-Quindi mo’ vi vedremo dal vivo.

Danno: “A me piace fare i dischi. Mi piace fare una bella strofa, farla uscire, però se ci fosse la possibilità di viverci, quindi che ci campi coi soldi, io farei, tipo tre volte l’anno, un disco autoprodotto con tre pezzi… Nuovi. Ogni tanto esce una roba nuova tua, vai dal vivo, canti. Perché cantare dal vivo è proprio un’energia, te la dà proprio. Nonostante il fatto che noi non siamo perfetti dal vivo, perché ancora non siamo in grado di controllare sai la voce, queste piccole cose qui, quindi magari perdi il fiato al terzo pezzo, perché sei così fomentato che attacchi subito la base. Però la gente quando ci vede dal vivo la sente proprio l’energia che trasmettiamo. Cioè vede che a noi ci pija una cifra bene stare dal vivo e quindi pija bene pure a loro. E poi è la dimensione più vera, perché in studio…”

Masito: “No, cantare dal vivo è proprio un’esperienza diversa.”

Danno: “Noi facciamo la scaletta sempre 5 minuti prima del concerto. Mai in vita nostra provato una volta il live. Nemmeno deciso chi fa questo ritornello, nemmeno un pezzo. Da una parte ci sono tutti gli svantaggi, però da una parte è spontaneo. Poi Sebbi dal vivo è, se non il numero uno, uno dei numeri uno. È quello che dal vivo sa proprio come fare andare gli mc, ti sta dietro, ascolta quello che stai facendo, non è uno di quei Dj che mentre tu stai a fa’ rap, pretende di fare beat juggling. Va bene se è preparato, ma non è che io improvvisando posso starti appresso.”

Ice One: “In questo senso ho messo a frutto la mia pippaggine perché in verità io il beat juggling non lo faccio, il crab non lo so fare. Cioè sono contento che le fanno gli altri bravi, però alla fine, ‘sti cazzi, sono cose che se le sapessi fare, romperebbero i coglioni agli mc..”

-Sebbi tu hai ricominciato un pochetto a rappare qua dentro… alla fine del disco.

Ice One: “Sì… beh, è stata un po’ l’esigenza di quest’anno. E’ stata forse la cosa che

al nostro interno ha creato pure un pochino di tensione. Lo sai che c’è? Che loro due rappano sempre ed io sto dietro ai giradischi, e quest’anno è riuscita fuori la voglia ancora di stare un’altra volta sul palco col microfono in mano. Per cui a volte c’è stata un minimo di competizione, espressa pure con un minimo di scazzo. Però è normale, nel senso che io ho sempre rappato ed è una cosa che mi sta riuscendo fuori, e si sentirà anche sull’lp della Comitiva e tutte le prossime cose che farò, perché l’intenzione mia, oltre che di continuare a fare produzioni per il Colle, è continuare a fare delle cose mie personali, che mi portano pure delle volte a lavorare su dei palchi completamente diversi, con un’energia diversa, che poi io posso riportare dentro al gruppo. Anche perché poi l’esigenza è quella di cercare di creare una catena, cioè questa è una cosa che si è sempre saputa, anche quando abbiamo formato il gruppo, a me quello che interessa è di iniziare delle persone. E a me interessa che le persone con cui inizio, inizino a loro volta delle altre persone. Per cui alla fine ci sono, ad esempio, delle persone che hanno preso delle cose da me e le hanno date ad altri e lì si è espressa questa catena che poi magari si è bloccata perché non c’hanno avuto i coglioni di continuare.”

Danno: “Come lui c’ha trasmesso delle cose a noi, noi magari cia siamo portati dietro persone come Gufo, Cina, Phella… e loro tra un po’ porteranno avanti le cose a loro volta.”

-Volete aggiungere dell’altro? Delle dichiarazioni da fare?

Masito: “Io approfitto per dire una cosa a cui tengo. Tante cose sono state dette su Crash Kid/Massimo Colonna negli ultimi tempi anche da gente che lo conosceva relativamente, ma non l’unica che andava veramente detta ovvero che Crash era un king nella breakdance in Italia e fuori dall’Italia. Era una persona che quello che faceva lo faceva da paura e lo faceva da tanto tempo e rappresentava e ce faceva scoattà come Roma pure all’estero. Il resto so’ tutte cazzate.”

Danno: “Io saluto tutti gli amici miei. Ve dico state in campana regà perché se succede qualche cosa, incontratemi sul palco… Qualsiasi cosa che tu che ora stai leggendo c’hai da dirmi, puoi dirla a chi ti pare, dove ti pare, puoi scriverla, puoi faxarla, a me non me ne frega un cazzo. Se vuoi dirmela prima di salire su un palco, saliamo sul palco insieme, chiamo il Sebbi che ci mette una bella base, scegli pure una base te, io sto là. Finché non ti vedo sul palco, finché non te vedo ballà, finché non te vedo scratchà, finché non te vedo dipinge, finché non te sento fà una base, te puoi dì quello che te pare, ma a me non me ne frega assolutamente niente. Perché non hai armi contro di me, mentre io ce l’ho, allora se vuoi confrontarti con me, confrontati con le armi che c’ha dato l’Hip Hop. Non ce le hai queste armi? Smettila, lascia perdere, non mi cercare, non esisto per te.”

Masito: Io invece volevo salutare tutta la gente del Rome Zoo, i Cor Veleno, gli Urban Force, Cina, Gufo, Sparo Manero, Pusha, pure il Pitone, Phella e in Italia volevo salutare Esa, Gente Guasta, La Famiglia, i 13 Bastardi, la Jet Pilder e Kaos.”

Ice One: “Io volevo salutare gli stessi che hanno salutato loro e quelli di Anzio, la Susta e poi Truppa.”

Danno: “Io saluto Guenda.”

Masito: “E volevo dire non ci sottovalutate mai, non sottovalutate mai il Colle Der Fomento, perché se ne inventa sempre una nuova, sempre.”

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