Best Sound
Quindici tracce con poche concessioni all’easy listening, due Mc con buona tecnica e intenzione, un Dj capace che si occupa anche delle produzioni e un prezzo imposto a dir poco entusiasmante. Questo il quadro di un disco molto atteso che già avevamo pregustato attraverso alcune tra le più belle partecipazioni dell’anno passato ( l’album di Dj Enzo e quello di Chief e Soci). Un viaggio immaginario percorrendo un’ideale retta geografica, il quarantunesimo parallelo appunto, che unisce Napoli a New York; un viaggio che “ripercorre” le strade così care all’Hip Hop americano non privandole della propria matrice “originaria” ma conferendo loro una nuova anima e un rinnovato interesse. Spessore, quindi da vendere, una dimensione globale che pur aggrappandosi con tutte le unghie alla “tanto nominata, e a volte sconosciuta, tradizione napoletana riesce a superare ogni barriera, annullare ogni confine goegrafico restando racchiusa in un “semplice” nucleo come è quello di ogni Famiglia. Amore, pace, unità e fratellanza alla base di ogni famiglia come alla base di una cultura: l’Hip Hop. Non lasciatevi quindi spaventare dall’uso così estremo del dialetto napoletano e da qualche, spero ironica, invettiva dei protagonisti, Polo e Sha-One, sappiate che il libretto interno del Cd contiene tutti i testi “tradotti” in italiano. Il “flow” comunque travolgente dei due Mc vi catturerà fin dall’inizio e con un’attento ascolto riuscirete facilmente a comprendere…fatevi tentare. A partire da “Mast”, un “classico” brano di presentazione “…ci siamo divisi soldi e guadagni/siamo fuggiti per campagne con le guardie alle calcagne per quattro disegni..”, passando per “La Famiglia” e “C.N.E.F.” (quest’ultimo forse già l’avrete sentito su qualche Network) sino ad arrivare a due pezzi “superiori” come “Odissea” e “Fame”; troverete diverse atmosfere, qualche cantato mai troppo ingombrante, buone parti “scracciate” ma soprattutto due Mc’s veramente in gamba spesso in grado di stupirvi. Personalmente non mi hanno convinto molto alcune produzioni, a mio parere un po’ troppo “patinate” (ho avuto l’impressione ci fossero molte parti suonate); preferisco quando il tutto ha un suono più ruvido e ignorante anche se devo ammettere che una canzone come “Odissea” risulta perfetta forse anche per la sua “particolarità”. Visto l’avvicinarsi delle festività e siccome io consiglio di regalare Musica… a buon intenditor poche parole.
Di Vez
Dicembre 1998