Di Chief
AL n. 48 Luglio – Agosto 2000
Napoli, da sempre capitale mondiale della musica, nasconde da lungo tempo, tra il labirinto dei suoi vicoli e la magia dei suoi colori, una consistente realtà legata all’Hip Hop che affonda le sue radici nell’inizio degli anni ‘80, dando i natali ai primi tra i writer e breaker comparsi nella penisola. Ne sono tutt’ora testimoni personaggi della ‘vecchia guardia’ come Sha One de La Famiglia che, affiancati dai più giovani Polo, Speaker Cenzoù e 13 Bastardi, consolidano una scena di vitale importanza per tutto il meridione. Su questo stimolante terreno, fertilizzato da un solido e multiforme background culturale e da una tipologia di vita alquanto ‘spessa’, è cresciuta una nuova schiera di ‘artisti’. Tra questi si distinguono i Cossang (letteralmente tradotto dal napoletano “Col Sangue”) ovvero Tony Molla e Luca Malphi. Cresciuti insieme, non tanto nella scena Hip Hop ma, come loro stessi tengono a precisare, a contatto con l’ambiente di Marianella, comune dell’hinterland napoletano a pochi passi da Secondigliano, hanno da sempre cercato una loro identità stilistica e musicale che si rifà alle loro esperienze quotidiane. Ne sono alla base beat potenti e testi ricchi di contenuti con i quali tentano di staccarsi dal solito canone italiano, che vedono per lo più come una moda, addirittura paragonandolo al movimento dei paninari. Dice Tony: “Il ragazzo di Capracotta che spende la sua paghetta settimanale per agghindarsi come uno del Queens Bridge non fa altro che rendersi ridicolo, soprattutto quando poi non ha alcun argomento da esporre…”, e ancora: “All’estero vedo sui palchi persone di carattere che qui invece si contano sulle dita di una mano”.
Il significato di tutto ciò si riassume in una volontà di spingersi al di là di una semplice scelta musicale, quindi di non limitarsi a scopiazzare le sonorità della scena statunitense. Il loro monito alla scena Italiana è quello di non esporsi se non si è provvisti di un notevole spessore, e questo è soprattutto quello che ripetono a se stessi ogni volta che si siedono di fronte ad un campionatore o ad un foglio di carta. Aspettano, infatti, di sfornare del materiale di un certo livello prima di avventurarsi in un possibile viaggio nel mondo della discografia, peculiarità che ormai è sempre più latitante tra le nuove produzioni musicali del momento. Nel frattempo evitano i raduni domenicali a base di salsicce e rap cercando di far sentire la loro presenza tra Napoli e Roma, oltre che a preparare una nuova traccia per la prossima uscita del Clan Vesuvio. Ci si augura che con dei presupposti così ben definiti si possa assistere presto ad un promettente raccolto dall’albero dei buoni frutti. Out.