ARTICOLO 31 > Verdetto finale

Articolo31 2

Di FlyCat
AL 43 Febbraio 2000

Non male come esordio, eh! Reazioni? Critiche? Pareri positivi? Fama, successo, forse queste le prime due cose che possono sorgere in mente al solo sentir dire il nome ‘Articolo’ e se poi ci aggiungiamo il ‘31’… Mi va bene, però si potrebbe anche aggiungere un’altra infinità di parole al loro seguito, volete degli esempi? Coerenza, caparbietà, amicizia, originalità (e qui mi sia permesso di precisare: sia nel bene che nel male) e naturalmente una buona dose di costanza. Mi piacerebbe poter riuscire a porta¡rvi indietro agli inizi degli anni ‘90 o perché no, fine anni ‘80, quando anche solo accennare al fatto di sputare rime in Italiano faceva ribaltare dalle risate anche il più arduo seguace della Cultura di strada. Questa è stata una sana chiaccherata che spero potrà se non altro esporre al meglio il loro nuovo lavoro. Pardon! c’è un’altra parola che si potrebbe aggiungere alla sopracitata lista: Hip Hop. Se vi chiedeste il perché… xché sì.

>Vorrei cominciare chiedendovi la definizione di Hip Hop.
Jad: “È vita vera, quello che sei veramente non un altro.”
Ax: “Io ti dico che non riesco più ad afferrarla. Prima potevo darti la definizione classica, quella che dice che L’Hip Hop è un modo di penscare ecc… però man mano che vado avanti, ti dico che la trovo in ogni aspetto della mia vita, dal modo in cui sto con la mia donna, al cibo… Comunque è un filtro totale della mia realtà, forse un dogma, è qualcosa che va oltre la religione. Come il tuo modo di pensare e di guardare le cose ti si assesta in uno stato e perciò qualsiasi stimolo viene filtrato attraverso una serie di valori. Sono diversi per ognuno e nello stesso tempo identici e penso sia la cosa più indefinibile che esista in questo momento e nel contempo la più grande realtà in quanto è quella che unisce diverse persone verso un’unica cosa… Cosa che invece non è riuscita a fare la religione ad esempio, o la politica…”

>Non pensi che l’Hip Hop sia sottovalutato?
Ax: “A me ci sono voluti degli anni per assimilarlo in questa maniera ed ora mi rimane così positivo che sono anche disposto ad aspettare che la gente acquisti la maturità. Io, come te e Jad, a 16 anni ero coglione, ipercritico e poco costruttivo perché faceva parte del nostro crescere. Serve anche quella rabbia distruttiva, più che costruttiva e poi secondo me serve non perdere queste cose, unire tutto con la maturità di adesso per fare cose che rimangano e che qualcuno ascolterà, vedrà o leggerà.”

>Cosa rispondete a chi dice che gli Articolo 31 non sono Hip Hop?
Ax: “Rispondiamo dicendo che lo dissero anche ai Run DMC o a gruppi come i Fugees. E poi in Italia nessuno ha l’autorità di dire se noi siamo Hip Hop o no.” [restrict paid=”true”]

>C’è differenza tra musica rap e Hip Hop? Utilizzate i due diversi termini?
Ax: “Credo sia più facile per chi ci sta dentro distinguere, per uno normale è difficile fperché non riesce a cogliere le differenze che stanno nell’elaborazione di un pezzo, nelle metriche, lo studio che ci sta alla base e questo perché non c’è l’educazione. E poi quello che abbiamo sbagliato è l’attitudine, nel senso di atteggiamento che è anche un po’ quello che fa la differenza tra rap e Hip Hop. Ora però c’è la fase di educazione musicale della massa. Credo che l’educazione culturale sia consequenziale a quella musicale. Perché ce l’hanno con gli Articolo 31? Perché per me si è verificato questo: essendo tanto più famosi di altri, siamo quelli che la gente popolare, normale, identifica con l’Hip Hop, ma noi non possiamo rappresentare l’Hip Hop, ma nemmeno il gruppo più underground, perché l’Hip Hop è così vasto che va rappresentato come in America, con un panorama fatto da molti personaggi il genere west, l’east ecc… E questo dovrebbe succedere anche in Italia, ma non c’è ed è questo che fa arrabbiare l’underground. Ma l’underground non capisce che ogni stile musicale dovrebbe avere la propria hit per poter portare il genere avanti. I Wu-Tang hanno fatto delle hit che hanno portato l’underground ovunque e in alto. Noi tentiamo, non avendo noi sposato nessun genere, ma tutti. Abbiamo creato il genere Spaghetti Funk che comprende anche la melodia Italiana e abbiamo il nostro stile. Se tu hai il tuo, non ottieni che il tuo stile venga criticato dal mio, ma devi portare avanti il tuo.”

>Io credo che comunque questo dipenda molto da quello che vengono a chiedere i discografici. A me sono venuti a dire che avrei dovuto fare le cose più stile Articolo 31. Da qui ti viene voglia di fare le tue cose underground.
Ax: “Ma anche noi viviamo in una realtà underground, perché i discografici non capiscono un cazzo. Ora dicono che il rap non va più, magari, come a te, qualche tempo fa ti dicevano che dovevi assomigliare più agli Articolo, ora ti dicono che devi sembrare più Alex Britti. Il fatto è che noi siamo partiti in un momento in cui anche a noi ci dicevano di fare come Jovanotti, ma noi siamo partiti con i dischi, li abbiamo portati alle radio, la nostra musica è piaciuta e l’hanno messa. Noi eravamo indipendenti e autoprodotti. Che poi abbiamo venduto ed abbiamo fatto dei contratti con delle major a nostro vantaggio monetario, quella è un’altra cosa. Quindi che non se la piglino con gli Articolo, perché tu hai già sbagliato in partenza quando proponi la tua roba al discografico; o hai il culo di trovare una persona, come Franco Godi, che ha dei contatti esterni, ma la totale indipendenza artistica è fondamentale. Se tu ascolti i discografici, difficilmente troverai la tua strada; devi tentare di fare la tua roba cercando di trovare un sistema per attaccare il media. Non riusciremo mai a cambiare la mentalità musicale della gente dal di fuori, almeno in poco tempo. Io cerco di fare delle canzoni che rientrino in quei canali, ma che nello stesso tempo ne innalzino il gusto.”

>Quindi credi che il giudizio dei discografici rispecchi appieno il gusto del potenziale pubblico Hip Hop?
Ax: “Non tanto il discografico che ormai è il più poveraccio, dato che in questo momento il supporto del disco sta morendo, quindi credo che sia sempre più la gente a scegliere, anche tramite internet. È sempre più un giudizio del popolo.

>Però con le vostre conoscenze…
Ax: “Questi sono problemi che noi abbiamo ancora sui nostri album. Comunque io i miei problemi li ho… comunque mi precludo la copertina di questo, andare su TV Sorrisi e Canzoni per il mio atteggiamento e la mia attitudine che comunque deve essere vera e rappresentativa della mia generazione, di quello che siamo qua a dirci. In fondo saremmo finti nel fare vedere alla gente che ci ubriacavamo per strada, saremmo idioti. Io sono un artista Hip Hop, io sono… ci siamo trovati ad essere la generazione di ‘passaggio’, quello che c’è stato non potrà mai essere capito dai ragazzi di oggi. Se noi ci odiamo, i ragazzi capiranno che l’odio è una parte fondamentale. Non ci saranno più dissing a nessuno e nel momento in cui li farò, saranno anche rivolti a me stesso, come è in questo album.”

>Come vedete in generale il panorama musicale Italiano?
Ax: “Abbiamo il nostro seguito, uno zoccolo duro di tanta gente che non ci molla mai perché comunque sai benissimo che i media sono più puttane… nel momento in cui tu sei trend vai bene, ma loro hanno già il trend del mese dopo, l’abbiamo visto succedere anche con altri gruppi. Il più è lavorare seguendo le nostre scelte… ad esempio far uscire singoli come “La Rinascita”, il nostro atteggiamento verso il resto della scena dei big Italiani, dove ormai ci hanno messo… non facciamo parte di nessuna lobby (non intendo mafiosa) di amicizia che, sai, funziona un po’ così. Non apprezziamo la gente che fino a poco tempo fa sputava contro noi che andavamo a Radio DeeJay ed ora è lì anche lei… Secondo me la coerenza è fondamentale e quindi sono un po’ diffidente verso le parti poco coerenti di questo mestiere, quali i media e le varie prese di posizione.”
Jad: “Io non ho mai cambiato bandiera, questo è il nostro 5° album, tu ci conosci e chi non ci conosce amen… Non penso che sia cambiato qualcosa.”
Ax: “Io credo che la costanza ripaghi, odio i personaggi che sono stati party quando era il momento, poi sono tornati underground cavalcando l’onda e l’hanno fatto solo per soldi. Lo so che sembra un’eresia detto da me, ma io faccio ancora le cose per passione, ed è la cosa che ancora mi diverte di più. Io credo che questa cosa del business, dato che magari avete visto noi che abbiamo avuto successo, sia sbagliata ora, o meglio, sia sbagliato partire con questi concetti nell’Hip Hop Italiano adesso, ora, in questo momento. In America la gente ha cominciato a pensare alle puttane e ai soldi dopo, all’inizio ci si voleva divertire, poi eliminare la violenza nelle strade, poi all’educazione… poi si pensò alla propaganda politica e poi al materialismo. Questa non è una responsabilità dei ragazzini, ma di noi artisti. Se noi partiamo con un album facendo subito dissing, cercando di raggiungere mete non spirituali, ma solo danarose è una scopiazzatura dell’Hip Hop americano di adesso che noi insegnamo paro paro ai ragazzini di ora, saltando però il passaggio… Poi io non voglio insegnare niente a nessuno… ma un ‘insegnamento’ potrebbe essere dato dal mio comportamento, conta che errori di comportamento nei confronti di altre persone li abbiamo avuti tutti, i vari asti personali e non, ma io credo che nella nostra generazione di rapper, ci sia della gente con molto talento che spero rappresenti un altro lato dell’Hip Hop in modo che la gente possa avere un panorama più ävasto, per decidere. Se poi la gente deciderà che la tua musica è meglio della mia, ok, l’Hip Hop ha le sue evoluzioni… posso essere lasciato indietro come Just Ice, però posso andare avanti come LL Cool J.”

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>Quindi voi vi sentite parte della scena Italiana…
Ax: “Io sento la mia roba molto Hip Hop, l’ho portata fuori dall’Italia e gente a cui l’ho fatta testare mi dice così. Io mi sento ancora parte, anche perché nel cuore ho ancora il ricordo di quei giorni, poi alla fine anche se uno sul palco mi fa i dissing, io mi ricordo quando eravamo alle jam sfigate io e questo artista qua. Poi quando questo artista vende 50/60.000 copie alla fine sono anche contento, mi devo assumere il fatto che mi fa i dissing perché è invidioso… però in un certo senso sono anche contento quando ottengono dei risultati, intendo la gente valida. Comunque noi ci sentiamo parte, ma non m’interessa l’opinione, perché secondo me non è imparziale, non è obiettiva, perché troppo spesso chi esprime un’opinione su media o canali specializzati, la esprime perché riportata da personaggi più vicini. Naturalmente essendo il media collocato nell’underground, questa è la sua fonte più vicina. Noi abbiamo anche interrotto vari rapporti con tanta parte della scena che poi si sono riaperti durante l’ultimo tour.”
Jad: “Noi siamo in contatto con parecchia gente della scena e dico che c’è gente molto valida. Molti media e radio dicono che l’Hip Hop è morto, ma col cazzo che è morto. Noi fin dall’inizio abbiamo sempre lottato, l’Hip Hop c’è sempre stato e ci conoscevamo tutti. È cresciuto e ora per i media è morto… stronzate.”

>Perché è morto?
Ax: “Quello che sento girando le radio è che dicono ‘questi rapper hanno rotto i coglioni’. È l’atteggiamento che non è professionale e comunque qualunque persona, dal programmatore allo speaker quando sente dire che c’è un gruppo Hip Hop, storce il naso. In più il fatto che il supporto da parte dello zoccolo, non c’è, perché solo il fatto che un artista vende più di 7.000 copie è considerato commerciale. Quindi i lettori di AL che dovrebbero essere i più intelligenti, quelli che fanno più casino perché è la gente con la passione quella che fa bordello, è quella che dovrebbe telefonare in continuazione a Radio DeeJay chiedendo di passare l’ultimo artista che invece non viene passato.”

>Io penso che voi siate un esempio di questo, perché in 2 avete mosso migliaia e migliaia di persone. Se come dici tu, sono 7.000, chissà cosa riescono a fare.
Ax: “Il mio sogno è vedere un Hip Hop Village da qui a due anni dove ci siano concerti valutati obiettivamente, dove se non ti piace l’artista, non ti metti a tirare l’artista sul palco perché sei un deficiente. Quelli che organizzarono l’Hip Hop Village l’anno scorso non lo hanno fatto più per questi motivi.”
Jad: “Io ho notato che nella scena è come se ci fosse stata un’autodistruzione, come… una miccia, un’esplosione…. Per della gente siamo al di fuori, mentre per altri no, ma a me dispiace, l’Hip Hop non deve morire, perché è una cosa che ho dentro fin da piccolo e la porterò avanti anche in futuro.”
Ax: “La settimana scorsa sono andato per la prima volta nella sede di AL e possiamo anche scriverlo che io avevo deciso di non parlare più con AL, ma è stato bellissimo, la redazione è bella, sono stato anche a Vibe ed ho respirato la stessa aria… ovviamente in piccolo. Mi è venuto in mente Sid che al concerto dei Third Base mi portò la nostra intervista fotocopiata e mi è venuto in mente il freddo, i soldi che avevo dovuto racimolare per andare al concerto e, quanto è passato? 7/8 anni, mi sono reso conto che i passi sono stati fatti. E perché distruggere questo?”

>AL subisce le stesse critiche…
Ax: “E perché? Non è giusto! Ma perché, perché distruggere quello che è stato fatto? Allora dovete cambiare target, dovete cambiare gente, andare verso nuove persone se questa gente non capisce! Li si incontra tutti e 7.000 e gli si parla, perché secondo me è un problema di conoscersi. Io lo volevo fare, ma è che non posso contrattualmente, ma volevo regalarlo ai lettori di AL questo disco, perché ci tengo che sentano tutte le parole. Se una persona come te mi dice che gli è piaciuto, loro non possono criticarlo o comunque dovrebbero ascoltarlo, come anche dischi di altri che non ascoltano. Ci sono dentro cose positive. Non è tutto ‘io mando affanculo’, ‘io sono il più bravo’, anche se c’è questa moda che non capisco, perché poi alla fine ‘io sono questo, io sono quello’, però alla fine fammelo capire, fammi una rima stilosa o una metafora… capito? In radio sono uscite un bordello di cose ma tutte ‘io sono figo e tu no’.”

>Io penso che il tuo passato te lo devi costruire prima di arrivare ad un disco.
Jad: “Automaticamente, quando decidi di fare un disco, o la tua cassettina, automaticamente stai già vendendoti, diventi commerciale, fai commercio.”
Ax: “In questo momento però il livello è importante, perché siano al passo coi tempi e perché la gente non è ancora in grado di distinguere, quindi noi abbiamo questa situazione paradossale, in pratica abbiamo le qualità e le tecniche per fare dell’Hip Hop a livelli mondiale, però il popolo, la gente normale non “ha tutto il background che ha la gente americana. Dobbiamo trovare il sistema di fare arrivare questa musica a loro che però non hanno il background senza distruggere i valori della nostra cultura… e questo verrà naturalmente mettendo dentro la nostra essenza, sarà come i Cypress Hill con la musica ispanica…”
Jad: “Sembra che la gente voglia tenere l’Hip Hop chiuso, per sé. Faccio l’esempio di un pittore che dipinge nella sua cantina… è un bisogno che ha rdi far conoscere la sua arte per strada.”
Ax: “Secondo me bisogna anche essere più aperti in questi discorsi, perché comunque io posso avere poche cose in cui credere e quando ne hai una, non sempre vuoi dividerla con chi secondo te è meno meritevole. Tu c’hai anche messo tanto per entrare e noi lo sappiamo sulla nostra pelle, perché era più difficile trovare i dischi, i vestiti… mi ricordo gli sbattimenti che facevate per avere i libri in cui c’erano i pezzi per avere un confronto…”

>Ora siete al 5° album, avreste mai pensato di arrivare dove siete ora, insieme? Siete riusciti a combinare amicizia e lavoro…
Ax: Ú“Penso che quello che ha fatto funzionare il rapporto tra me e Jad è che la pensiamo allo stesso modo, ma viviamo e intendiamo la vita in maniera diversa. Di solito dove io strafaccio da un lato, lui lo fa dall’altro. Io sono uno scialacquone, mentre lui è parsimonioso e questo equilibra le due cose, io sperimento di più, mentre lui è più ancorato alla black music… È tutta una questione di equilibri che si riversano anche nel carattere ed è anche divertente e stimolante, giorno dopo giorno… e questa è stata la cosa fondamentale. I nostri dischi funzionano perché c’è stata un’affinità che non è facile trovare. Anche da questo nasce il successo di un progetto, dall’affinità con le altre persone con cui lavori, dal fatto di assimilare un concetto assieme… La Spaghetti Funk non sta assieme per un nome, ma per un’idea. È questa gente che ha assimilato quest’idea. Io e Jad abbiamo assimilato l’idea degli Articolo 31 e l’abbiamo capita senza che nessuno ce la spiegasse e siamo andati avanti.”

>E l’idea qual’è?
Ax: “L’idea della Spaghetti Funk è il ‘keep it real’, fare le nostre cose ed essere veri, non scimmiottare mai, riuscire a togliere qualsiasi ‘yo’ dalle nostre canzoni. Spaghetti Funk è un progetto ambiziosissimo, c’è ed è un genere, magari portarlo anche all’estero. Spaghetti Funk non deve comprendere solo il rap, ma anche altri generi di musica, sempre però compresi nello Spaghetti Funk.”

>Se qualcuno dovesse citarvi in quanto ‘generÈ… genere Hip Hop, genere g-funk e genere Spaghetti Funk e le sue rime, voi come la prendereste questa cosa?
Ax: “Io vedrei il genere Hip Hop, poi tante freccette sotto con una piccolissima con scritto Spaghetti Funk. Secondo me anche lo stile di Dj Max merita una classificazione diversa, così come Rza che non è solo underground, ma uno sperimentatore.”
Jad: “Come Premiere, come tutti i produttori che hanno una loro identità… così come ci sono dei dj che hanno inventatoT delle tecniche che poi sono state evolute. Io credo di essere stato uno dei primi a campionare roba Italiana.”
Ax: “E a questo proposito ti spiego come mai l’Hip Hop è un genere che non piace. I testi autocelebrativi, gli ego trippin’, in America vanno fortissimo, perché l’americano è autocelebrativo per cultura, mentre noi, essendo un attimo più acculturati ed avendo un’educazione ‘classica’, ci poniamo delle domande su noi stessi… siamo un attimo più spirituali grazie a Dio. Mi fa ridere sentire un ragazzino di 18 anni che dice di scoparsi 40 fighe, a meno che non me lo dica con ironiàa. Vedi ad esempio Benigni. Lui, che spacca anche in America, è arrivato dov’è con la satira.”

>Jad, hai mai pensato di fare un tuo progetto personale?
Jad: “Sì, però a me piace molto aspettare ed essere stato uno dei primi ad aprire le porte. È vero che c’è gente che mi manda a casa, però io guardo me stesso. Pensa che a New York mi sono trovato con dj che non mi hanno mandato a casa, di più, però mi hanno stretto la mano capito? e questa è la cosa più importante. Il vero diploma è quello della strada di vita, perché tu dipingi, lui canta, io faccio musica… esprimi te stesso con questa cosa e non devi mai tentare di fare un’altra cosa.”i

>Se tornaste indietro ripercorrereste la stessa strada con lo stesso equipaggio, o cambiereste qualcosa?’ Vi capita mai di risentire il vostro primo album?
Ax: “Sì, mi capita di trovare delle rime stilose, ma lo stile era veramente giurassico, ma spero di essermi riscattato bene. Conta che ero piccolo, partivo da zero e non c’era un limite da superare.”

>La vostra differenza di età ha influito?
Ax: “BÈ diciamo che tramite Jad mi sono introdotto. Io ero da solo ed in più ho vissuto in una realtà di periferia, non dei b-boy borghesi. Io adesso sono un arricchito, anche se in effetti se mi va male un disco, rimango senza una lira. Sono benestante, m*i guadagno da vivere con un’attività… mi sento un artigiano con un’attività ben avviata, non un borghese. Anche se quello che abbiamo in effetti lo reinvestiamo, è così che funziona.”
Jad: “Vorrei fare un esempio che faccio spesso. Un contadino zappa la terra, mette il seme, cresce la pianta e ci mangia. Crescono più piante, vende il proprio prodotto, sfama della gente dando lavoro, innanzitutto, e si compra delle macchine per coltivare meglio il proprio terreno, però rimane sempre legato al terreno, a quello che è la tua passione e la tua vita. Bene o male gli amici di sempre sono stati proiettati nello star system. Abbiamo visto persone false e persone vere, ma questa cosa la trovi anche per strada. Ma anche quando facevo l’operaio era la stessa cosa.”
Ax: “Nel pezzo con Strano dico “non vivo dove vivi, ci sono nato”, è assurdo quando un artista che ha fatto 5 album e che sono andati tutti bene, dice di vivere nella tua stessa situazione. Sarebbe falso. Però dico anche “cerco di mantenere quello che promisi quando ho cominciato”, cioè comunque quello che volevo fare col primo disco lo faccio ancora ed è portare un punto di vista differente. Fare dischi che vendono tanto, farli bene, fare Hip Hop è una cosa bella fondamentalmente. Dai voce ad un totale di gente, che magari sono anche quelle che ti hanno sputato contro, ma comunque gli hai dato voce, una voce che viene sempre dal basso comunque. Anche Puff Daddy ha preso voci che venivano dal basso, perché lui scatena delle polemiche, però mentre dicono che Puff Daddy è uno stronzo, portano avanti altri valori ed arricchiscono la cultura… e l’hanno fatto grazie a Puff Daddy. È un controsenso continuo che però sussiste. Io continuo a dire che l’underground non esisterebbe se non ci fossero gruppi che vendono tanti dischi, così come non esisterebbero quÅesti gruppi senza l’underground. Però queste due realtà in America vanno più di comune accordo, perché vedi KRS One con Puff Daddy, perché c’è business in tutte e due le parti.”

>Pensi di aver ottenuto un ruolo, un gradino in questo mondo che è l’Hip Hop da dove non vi toglierà mai nessuno, neanche il più hardcore dei b-boy?
Ax: “Invito voi a dirlo, io vivo la mia vita nella maniera che sento più vicina a me, il mio cuore mi dice di fare così, poi se sbaglio… sarò uno che ha sbagliato tutta la vita, però la mia esigenza, quando mi sveglio, è pensare a cosa devo scrivere. Io sono arrivato a 27 anni e a volte non riesco a dormire perché penso a come incastrare le parole, quindi credo che se mi capita questo, un minimo di passione, cuore ed energia ce li ho messi.”

>In questo periodo avete vissuto in diversi posti nel mondo e anche situazioni diverse, magari degne di un libro di viaggi. C’è qualche situazione di cui vorreste parlare?
Ax: “Io togliendo qualsiasi parte di ego trippin’, ci sono state anche delle vicende personali in questi anni. Chi di noi era preparato a questa cosa? Nessuno. Io fino all’anno prima ero con te a fare il pirla davanti al muro di via Bazzini, tre mesi dopo ero a TV Sorrisi e Canzoni; anche personalmente ho vissuto vicende belle, ma anche brutte, problemi personali con sostanze di vario tipo quali l’alcool… arrivando anche a dei punti morti, fino a che non c’è sempre quella cosa che mi salva e che ci salva a tutti. Senti dei dischi rap e pensi ‘cazzo ma questo io l’ammazzo, ho in mente un’idea meglio della sua’, e ti metti giù e ti ripigli. È stata una dura lotta in questi anni, quando abbiamo deciso di adottare una politica diversa, come “La Rinascita”, sbattendocene i coglioni di tutto quello che avevamo fatto prima e aggredendo totalmente i media verbalmente, con i singoli ecc… E questa battaglia l’abbiamo vinta ed abbiamo visto con il “Nessuno Tour estivo” che è stato il più grande tour di affluenza nostra, più ancora del “Così Com’è”. Adesso abbiamo gente grande che viene ai nostri concerti, non solo giovani. Questa è la nostra più grande vittoria. Tutto quello che è passato attraverso un pezzo di vita dura, però è arrivato a questo. Conta che però io mi ritengo fortunatissimo perché ogni giorno riesco a portarmi il cibo in tavola grazie alla mia musica.”

>Molta gente però prende come positive le cose che dici. È possibile che alcuni credano che bevendo come una spugna si diventi come te, vuoi dire qualcosa a riguardo?
Ax: “Colleghiamoci subito a questa cosa. Nel disco c’è un continuo accenno o riferimento all’alcol o alle droghe leggere. Però, e questo te lo dico sinceramente, chi mi dice di non bere, mi può spingere a farlo ancora di più. A parte che nessuno può dire a un altro cosa fare e cosa no, a parte che alcolismo e droghe leggere sono congenite, però non c’è mai la promozione all’alcolismo, ma alla serata dove ti ubriachi e combini un bordello di danni. I giornali hanno scritto che noi promuoviamo l’alcol, in realtà non hanno capito niente come al solito. È l’azione contro quella che viene promossa, non è l’autodistruzione ad essere promossa, altrimenti non sarei qui.”

>Quindi a chi asserisce che alcuni rapper promuovono l’uso di alcool come soluzione positiva alla vita riempiendo i ragazzini di menzogne?
Ax: “È una critica di censura perché questo rientra nel discorso dei ragazzini che buttano i sassi dal cavalcavia perché l’hanno visto in televisione. Il problema non è il vederlo in tv, il problema è che i ragazzini abbiano un valore così forte da non buttare i sassi dal cavalcavia. Quella è arte. Una nella sua arte è libero di dire quel cazzo che vuole, tutto il resto è censura. Il problema dell’emulazione è che non ci sono valori. Il ragazzino non ha valori perché non gli sono stati insegnati. È la famiglia in primo che poi è impegnata a dargli da mangiare e poi la società. È impostato così questo mondo.”

>A te sono riusciti a trasmettere dei valori?
Ax: “A me li ha trasmessi l’Hip Hop, i miei genitori. Io sono stato sempre rispettoso del fatto di vedere il culo che si sono fatti, però tutto questo mi è arrivato adesso, in questi anni. Io di stronzate, di cattiverie verso il mio ‘karma’ ne ho fatte. Ci sono arrivato adesso, grazie a Dio.”

>Tu pensi potresti essere un buon papà?
Ax: “No, ora come ora no, ma ci voglio arrivare.”

>Siete innamorati?
Ax: “Sì tutti e due.”

>Cosa vuol dire essere innamorati alla tua età e nella tua posizione? Noi in fondo usciamo da certi schemi, del classico bello Italiano tirato.
Ax: “Comunque le persone che si innamorano di te sono persone che guardano all’essenza come nel mio caso. Comunque anche il fatto di accettarsi e di vivere con degli spostati, perché molti b-boy Italiani sono degli spostati. Magari sei al cinema con la tua ragazza, vedi che qualcuno ti ha coperto la tag e scleri… la tua ragazza non potrà mai capirlo fino in fondo. Ecco una roba comica. Una ragazza che però passa sopra queste cose o che accetta il fatto che io m’incazzi perché dice che è carino un pezzo di Mc Hammer è importante.”

>Tu come ti vedi con la tua ragazza?
Ax: “Io credo di aver trovato una complice, qualcuno con cui fare ancora più bordello, scopare 4 volte al giorno, fare festa finché abbiamo voglia di farlo e vivere la vita con stupore, perché comunque ti dà degli occhi nuovi perché tu vedi la vita con i suoi occhi e lei con i tuoi… rivedere la vita, rivedersi, migliorarsi… perché poi il vero amore è migliorare.”

>La tua ragazza ti assomiglia?
Ax: “No direi di no.”

>E tu?
Jad: “Io e la mia ragazza siamo completamente differenti, ma alla fine l’amore, anche per la vita, è riuscire a capire che tu sei diverso da me. L’amore è rispetto e comprende tantissime cose. ïSe tu sei diverso da me, così come la mia ragazza lo è, ma capisce e accetta i miei difetti e cerca di combatterli senza romperti i coglioni e senza cercare di cambiarti, secondo me quello può essere l’amore… ma anche con gli amici. Il rispetto è l’amore, essere sinceri, essere te stesso con la persona con la quale vivi, col tuo amico e con tutti.”

>Non è difficile nella tua situazione avere una relazione?
Ax: “Secondo me in questo ambiente la durata del rapporto è molto più veloce. Oggi con una ragazza con cui stai tre mesi, magari ci saresti stato 3 anni 20 anni fa. Si vive tutto molto più velocemente, siamo abituati a non avere punti di riferimento, anche la vita che viene imposta dal nostro lavoro è quella di non stare fermi in un posto. Cosa che noi combattiamo, cerchiamo di avere dei punti di riferimento sia fisici che mentali. Quando non sono delle gabbie, anche un rapporto può essere duraturo.”

>Parliamo del disco. A me sembra che qui le donne giochino un ruolo fondamentale, anche se non ho ancora ben chiaro il rapporto che voi avete col sesso femminile.
Ax: “È ottimo. Io vedo il rapporto con le donne come migliore.”
Jad: “Io lo vedo come paritario, anzi è più forte la donna.”

>E questo linguaggio molto scurrile che avete?
Ax: “Ce l’abbiamo comunque verso tutte le altre categorie, è il nostro atteggiamento di critica verso tutti, anche verso me stesso. Mi chiamano borraccia, spugna… se ascolti l’album e tutte le dediche verso l’universo femminile, penso che alla fine le somme che si tirano non siano per niente negative. Naturalmente con tutte le contraddizioni… puoi scrivere una canzone un po’ misogina nel momento in cui sei arrabbiato con la tua donna capito? È capitato a tutti, così come è capitato alle donne di scriverne contro gli uomini. Si torna però sempre al fatto delle censure e di non scaldarsi più di tanto.”

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>Parlatemi un po’ di com’è nata questa collaborazione con ‘The King Of Rap’, dato che mi dicono che tu compravi sempre i suoi dischi.
Jad: “Io da ragazzino gettonavo sempre i suoi dischi e sono cresciuto ascoltandolo. È stato grazie a Kurtis Blow, a gruppi come Sugar Hill, Fonky Four, Grandmaster Flash che si è diffuso l’Hip Hop in tutto il mondo. Essermi trovato con lui è stato come se ci conoscessimo da tantissimi anni, dal giorno in cui gettonavo il suo pezzo e poi è una cosa molto bella.”
Ax: “E poi è come un cerchio che si chiude, il primo album si rifaceva a cose e intendeva l’Hip Hop di quegli anni… c’era un embrione della Spaghetti Funk,che continuò nel 2° album con una ricerca di vari generi e comunque un’idea di differenziarsi che poi fu un ibrido che si sviluppò nel 3° album nel suo aspetto più adolescenziale, per prendere poi una piega più introspettiva e cupa in “Nessuno”. E questo è l’album definitivo, l’insieme di tutta la tecnica che abbiamo acquisito negli ultimi anni ed è giusto che sia presente uno di quelli che l’hanno fatta partire… Come ha detto Jad questo ‘karma’, questa energia che torna indietro.”
Jad: “Ho notato che non c’è più spirito. Uno ci mette passione, ci crede ma cosa vuol dire che sei figo solo se sei bravo a rappare? Qua si parla di esseri umani capisci? Di spirito? A me non frega se tu sei bravo a dipingere o a fare beat, meglio per te, però tienitela per te questa cosa.”

>Questo fatto di dare il titolo al vostro album, si potrebbe interpretare come un chiudere ‘perché sì’ e con questo ricominciamo?
Ax: “NoV, secondo me è un punto di partenza ed è il nostro primo vero album, quello che sognavamo di fare, perché comunque comprende un’abilità tecnica buona, una valenza internazionale, poi io l’ascolto e mi piace, non c’è niente che non mi piaccia.”

>Vedendo la vostra copertina mi sembra ci sia un nesso tra la copertina del vostro disco e quella dei Public Enemy in cui loro entravano nello studio… Poi mi ha molto colpito la presa di posizione nei confronti dei media, era questo quello che volevate far capire?
Ax: “Sì, comunque l’Hip Hop è sempre introdotto così da tutte le parti. All’inizio entra in maniera, per così dire conforme, perché noi siamo stati accusati di essere conformi al sistema, ma no. L’Hip Hop non lo è mai. Lo può sembrare di primo acchito, ma come vedi poi dopo imbavaglia il media, perché l’Hip Hop deve diventare un media a sé.”Y
>In un brano parli della ‘radice’, qual è questa radice?
Ax: Penso che sia quell’insieme di ricordi e di esperienze e sensazioni che abbiamo avuto nei nostri anni di infanzia Hip Hop di cui abbiamo parlato prima, e penso portarseli dietro con ricordi di serate passate con gente che non vedo più, può essere ??? che adesso sta in Inghilterra, oppure gente come Chief, Craze, le serate davanti all’ATM, le jam… quella è la mia radice, quella è la mia radice.”

>A cui sei sempre attaccato?
Ax: “Sì… la strada di città è quella, che non è la strada degli accoltellamenti che già tentavo di evitare. La nostra è comunque lo sclero che avevamo e stavamo in strada perché lì stavamo… Anche nel primo album dicevo di aver visto tanto sangue, ma perché l’avevo visto… nelle manifestazioni a scuola, nei paninari, negli anni ‘80. Quindi è quella la radice.”

>Cos’è la decenza e cosa non lo è?
Ax: “Se io dovessi andare in tv e dirti ‘non bere, non fumare, sii buono’ io sarei la cosa più indecente mai esistita. Tutto il resto, purtroppo, fa parte dell’aspetto nostro e magari è meno decente di altri, però se uno le esprime in maniera costruttiva, va bene per migliorarci.”

>Il pezzo per i vostri fan è molto bello…
Ax: “Alla fine quello che a noi interessa di più è l’opinione di quelli che comprano il disco e che han capito veramente tutto e che alla fine si affezionano a noi. Sappiamo che è una sfida non solo per noi che lo facciamo, ma anche per chi l’ascolta.”

>Come definireste la vita che conducete oggi?
Jad: “Scontento per come funziona ‘sto cazzo di sistema, che devi sempre scontrarti contro tutte queste forme d’invidia, tutte queste cose qua. Contento perché ho degli amici, ho una famiglia, ho una ragazza che veramente mi mostrano amore e rispetto.”
Ax: “Contento perché avverto un grande cambiamento, annuso un’aria simile a quella che ci fu nei primi anni ‘90. Ci saranno magari degli anni di assestamento, ma i media cambieranno, la storia della rete, del non pagare più i dischi, il fatto che probabilmente non esisteranno più certi supporti, ma altre formule e penso che questo, man mano che si abbatte la potenza dei media, più forti diventeranno le scelte della gente. Quindi io sono ottimista e contento perché abbiamo visto che possono succedere intorno a noi cose molto spiacevoli sia a livello personale, amicizie perse o persone scomparse… Siamo molto contenti che questo album ci abbia fatto tornare allo spirito originale. Anche il fatto di fare questa intervista ha un valore, ci troviamo qui due persone dallo stesso background a fare un bilancio di vita e vediamo che questo bilancio è positivo, nonostante tutto l’odio che ognuno si tira addosso a causa della struttura di questa società.

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