Di Vez
AL 48 Luglio – Agosto 2000
Secondo round, secondo incontro… questa volta qualche ʻbastardo buontemponeʼ ha pensato bene di fregarsi la mia borsa allʼAquatica in occasione dellʼarrivo di Bambaataa… Cosa centra questo!? Tutto ha un senso nella vita, forse anche il fatto di ribeccarmi con i tre mc delle Sacre Scuole per la seconda volta in due giorni e rifare unʼintervista già fatta e che ora forse qualcuno si starà ascoltando con il mio bel walkman. Morale: non lasciate mai uno zaino in macchina quando andate ad un concerto, meglio tenerlo sulle spalle. Quindi rieccoci tutti qui, pronti a far finta di non esserci mai incontrati prima dʼora!
Mi raccontavate dei vostri featuring in varie compile, album, tape ecc. ecc… come siete arrivati al concepimento dellʼep in questione e quali sono le vostre aspettative a riguardo?
Dargen: “Nell’arco di tempo in cui abbiamo realizzato le varie partecipazioni di cui parlavamo appunto (“Missione Impossibile”, “50 Mc’s” e altre), c’era già l’idea dell’ep, il lavoro infatti esce con UN ANNO DI RITARDO… purtroppo… fatti conto che quando ci venne l’idea, in Italia l’ep non era così inflazionato: è stata un’impresa ep… ica.”
Fame: “La volontà era comunque quella di farsi prima di tutto conoscere con un prodotto che fosse completamente nostro. Anche se una minima, tra freestyle, sfide e partecipazioni la gente ha già sentito parlare di noi e questo era il momento di apparire in forma ufficiale.”
Dargen: “Avremmo anche potuto rinunciare alla pubblicazione visto le mille peripezie che abbiamo affrontato, ma per il rispetto che abbiamo tutti e tre per i pezzi in questione, non potevano restare nel cassetto e nemmeno finire in un eventuale album. E’ vecchio nel senso di lungo tempo di lavorazione, ma crediamo molto attuale e competitivo metricamente… soprattutto per l’Italia: a volte escono cose nuove che suonano già vecchie…”
Dal titolo stesso “3 Mc Al Cubo” lʼidea che mi sono fatto era che fosse un progetto individuale per poter focalizzare al meglio le vostre tre differenti personalità.
Dargen: “Un po’ ti sbagli: guardaci come la stessa persona guardata da tre punti di vista diversi. Ognuno sicuramente con la sua forte personalità, ma gli stessi obiettivi.”
Fame: “Una medesima ‘missione’ direi: quella di unire rime e metriche ai contenuti, utilizzando formule e linguaggi differenti.”
A questo proposito sono indicativi i tre skit dove ognuno di voi si esprime individualmente, raccontateli in breve.
Guercio: “I tre skit più che skit sono pezzi brevi. Il mio si chiama “Cronache Di Regime” e affronta un argomento magari non nuovissimo, quello del Grande Fratello, della società costantemente sotto controllo, ma che mi sentivo di raccontare sia per la mia passione verso film come “1984”, sia per avvenimenti privati riguardanti la polizia e il mio rapporto con le autorità… il tutto gira su un campione di un cartone giapponese.”
Dargen: “Io avevo la fissa di utilizzare un loop che non fosse dritto, che non girasse nemmeno in 4/4 e su questo poi lasciare cadere le rime. Ti sarai accorto di come sia difficile seguire il tempo del tutto, non essendoci nemmeno un beat di riferimento, volevo che non fosse un modo tradizionale di rappare. Volevo che non fossero le parole a stendersi sulla base ma il contrario…”
Fame: “Il mio è ignorante… anzi molto ignorante… dovevo spezzare tutta sta cultura dell’ep. E’ uno skit d’attacco con alcune frasi campionate da “Once Were Warriors”. Non ha credo bisogno di spiegazioni, classico nel suo genere.”
Lʼaggressività gioca un ruolo molte forte nel vostro stile, da cosa scaturisce?
Guercio: “Probabilmente lo siamo, ma solo verbalmente! Ah ah ah ah. Probabilmente il tutto deriva dai propri trascorsi personali anche al di fuori dell’Hip Hop. Credo che chi vive in una grande metropoli, come può essere Milano, ha sicuramente un modo di vivere l’Hip Hop diverso da uno che abita in provincia o in una piccola cittadina. Qui c’è stress, traffico… sei costantemente sotto pressione anche al di fuori dell’ambito prettamente competitivo del rap. Chi parla dei pericoli della ‘strada’ e vive in un piccolo comune ci fa solo sorridere. Non intendo che non esista fotta e talento al di fuori della città, ma le esperienze e gli input qui sono più forti.”
Guardaci come la stessa persona guardata da tre punti di vista diversi.
Esiste comunque una forte correlazione nelle vostre canzoni tra stile e contenuto, come conciliate le due cose?
Dargen: “In nessun modo, per noi sono la stessa cosa.”
Guercio: “Vedo che spesso il rap viene criticato per mancanza di contenuti… certo che guardando a molte delle persone che lo fanno anch’io mi chiedo: ‘che cazzo di contenuti devono avere?’”
Fame: “Per noi la parola ha un ruolo fondamentale, con le parole puoi fare tutto: far sorridere, far piangere, far girare i coglioni… emozionare. Sono poi l’unico strumento di un mc, per cui sarebbe troppo limitativo concentrarsi solo sulle metriche, è giusto giocarci e trovare sempre nuove formule, nuovi incastri riuscendo a dire, a scatenare un qualcosa. C’è addirittura il testo de “Le Parole Non Dette” dove proviamo ad immaginare un mondo di uomini MUTI!”
A proposito di testi ho alcune cosette da chiedervi. Ne “Il Filo Del Rasoio” dispensate critiche e commenti alla scena e non solo seguendo un classico cliché dʼattacco, mi sono appuntato alcune cose di cui vorrei parlare con voi.
Fame: “Sì immagino, vuoi chiedermi della storia di AL (“Tutte star dentro ad AL ma è questione di pelle/ se il recensore è il tuo produttore il tuo disco è alle stelle”, nda)”
Datosi che questo è il nostro primo incontro non vorrei, pur cercando di non innescare inutili polemiche, che tu uscissi di qua pensando che sono un rincoglionito.
Fame: “E’ un riferimento ad alcune recensioni, alcune anche a nome tuo! E’ una questione riguardante le pari opportunità, con un’esposizione positiva sulla rivista qualcuno si crede un fenomeno e magari qualcuno gli compra i dischi e poi rimane deluso…”
Magari si potrebbe ascoltare prima di comprare, non mi sembra vietato… andiamo comunque oltre dai (da qui una serie di chiarimenti tra il sottoscritto e il gruppo, inerenti la contraddittoria questione delle recensioni, la loro utilità, lʼimparzialità ecc, ecc). Sempre tu (Fame) poi dici “è diventato impossibile riconoscere il falso dal vero”, quanto è importante questa questione?
Fame: “La cosa nasce da esperienze di vita, mi sono accorto di come molti dispensino sorrisi ma poi tramino alle tue spalle, di persone che invece senza tante moine ti dimostrano la loro coerenza e correttezza. Questo poi vale anche per gli artisti, molti bravi non sono poi delle così belle persone e viceversa.”
Ho avuto invece qualche difficoltà a comprendere il senso del “Tempo Critico”, mi spiegate per bene cosa volevate esprimere?
Dargen: “Forse il testo è un po’ criptico, surreale. C’è un continuo passaggio tra la realtà e la metafora. Racconta la difficoltà di ogni persona nel mantenere un contatto tra passato-presente-futuro. Fame si è confrontato con il rapporto tra la visione più personale del tempo, il tuo vissuto, con gli insegnamenti che il tempo stesso ti lascia addosso. Imparare dal passato per valorizzare il presente. Io invece faccio un parallelismo tra passato e futuro intesi come il ‘tempo in sé’, con riferimenti alla mia vita. Evidenziando la valenza stessa del tempo. Il Guercio infine sottolinea l’utilizzo che si fa nel reale del tempo, riferendosi ad esempio alle scelte e le loro implicazioni future.”
Piuttosto complessa ma affascinante. Sembrate molto soddisfatti dei vostri testi, è così?
Dargen: “Sì certo, questo poi è il nostro preferito. Nei nostri testi noti il fatto di essere molto competitivi… in special modo tra di noi… e ciò si rivela un’arma a nostro vantaggio. Ogni volta tendiamo a superare noi stessi ma anche il nostro socio. E’ un continuo stimolo a migliorarci. Poi vedi molto dipende anche dalla necessità che uno ha di esprimersi, ognuno di noi lo vuole fortemente. E’ un’esigenza così intima e personale, fa parte del mio stesso modo di essere, della mia vita. Io credo dovrei farlo al di là del fare rap o della stessa appartenenza all’Hip Hop. Non fraintendermi: è un concetto semplice… e se questa libertà di espressione fosse appartenuta al Metal avrei fatto Heavy Metal…”
Parte da qui unʼaltra discussione fiume di quelle che non sembrano avere mai fine ma che in qualche modo ti aiutano a comprendere, di quelle che tutti facciamo quasi ogni giorno e che a volte sono unʼinesauribile fonte di energia. Riesco comunque a strappare i soliti saluti e ringraziamenti.
Sacre Scuole: “Chief & Zippo, Armata 16, Fat Gold, Milano Residenza, T. T. M, lo Zio, Space One, SAWO (R. I. P. il ricordo di un guerriero non muore mai).”