di Claudio Sid Brignole
Il rap francese si è affermato come una forza culturale dominante, posizionando la Francia come il secondo mercato mondiale per l’Hip Hop dopo gli Stati Uniti.
Questo successo non è casuale, ma il risultato di decenni di evoluzione, una profonda connessione con le realtà sociali e culturali del paese, e un supporto istituzionale unico. Noi di Aelle abbiamo, fin dagli anni 90, avuto un occhio di riguardo per la scena francese perché avevamo capito che i nostri cugini erano veramente bravi e con tonnellate di stile. Siamo anche stati i primi a dedicare una copertina al rap francese con Oxmo Puccino, figura ormai storica del rap d’oltralpe con il numero n. 31 nell’ottobre del 1998.
Sarà anche perché all’epoca andavo spesso a Nizza per scoprire alla Fnac i nuovi dischi di rap francese (mi piaceva parecchio Rocca, un MC franco-colombiano), comprare le riviste (Radikal su tutte, molto simile a Aelle) e ascoltare SkyRock in auto, il tutto a solo 2 ore e mezza da Genova dove all’epoca abitavo. La Francia in quegli anni mi sembrava anni luce avanti rispetto all’Italia. Negli anni il divario si è accorciato ma è indubbio che ancora adesso sono i numeri uno in Europa. Considerando che in Italia ormai abbiamo artisti che qualitativamente sono allo stesso livello dei migliori francesi (ma in numero decisamente inferiore), prendiamo questo fatto per fare ancora meglio e cercare di avvicinarci sempre più. Ora ripercorriamo brevemente la storia del rap francese fino ad arrivare ai giorni nostri consapevoli che se citassimo davvero tutti gli MC fondamentali l’articolo diventerebbe un’enciclopedia, quindi anticipandoti che alcuni nomi importanti rimarranno fuori, andiamo indietro agli anni ’80.
Pionieri come MC Solaar e gli IAM hanno iniziato a sperimentare con il genere poco dopo la prima esplosione negli Stati Uniti, adattandolo alla lingua e alla cultura francese. MC Solaar, in particolare, è considerato uno dei padri fondatori del rap francese. In un’intervista, ha dichiarato: “Quando ho iniziato, il rap in Francia era praticamente inesistente. Abbiamo dovuto creare tutto da zero, trovando un modo per far funzionare le rime in francese e parlare delle nostre realtà.”
Il gruppo IAM, originario di Marsiglia, ha portato una prospettiva unica, mescolando influenze mediterranee e mediorientali con l’Hip Hop. Akhenaton, membro del gruppo, ha affermato: “Volevamo creare un rap che parlasse della nostra città, delle nostre origini, delle nostre frustrazioni. Non volevamo semplicemente copiare l’America, ma trovare la nostra voce.”
Negli anni ’90, il rap francese ha conosciuto una vera e propria esplosione, con l’emergere di gruppi come Suprême NTM che hanno portato un approccio più duro e politicamente carico. JoeyStarr di Suprême NTM ha dichiarato in un’intervista: “Il nostro rap era un grido di rabbia contro il sistema. Volevamo scuotere la società francese, farle vedere le realtà che preferiva ignorare.”
Un elemento chiave del successo del rap francese è stata la sua capacità di dare voce alle comunità emarginate, in particolare quelle di origine immigrata nelle banlieue. Kery James, rapper di origini haitiane, ha spiegato: “Il rap è diventato la voce di chi non aveva voce. Abbiamo usato la musica per raccontare le nostre storie, le nostre lotte, le nostre speranze.”
La diversità linguistica è un altro aspetto fondamentale del rap francese. Molti artisti incorporano nelle loro rime l’argot, il verlan (un tipo di slang che inverte le sillabe delle parole) e parole provenienti da lingue come l’arabo o il wolof. Booba, uno dei rapper più influenti degli ultimi due decenni, diciamo un Gué francese, ha detto: “Il nostro linguaggio è un riflesso della nostra realtà multiculturale. Mescoliamo lingue e dialetti perché è così che parliamo nelle strade.” La carriera di Booba inizia negli anni ’90 con il gruppo Lunatic, ma è come solista che Booba raggiunge la fama. Il suo album di debutto, “Temps mort” (2002), lo ha subito posizionato come una voce unica nel panorama rap francese. Noto per il suo stile crudo e diretto, Booba ha sviluppato un flow distintivo e testi che mescolano arroganza, street credibility e riferimenti alla cultura popolare. Booba si è distinto anche per la sua abilità imprenditoriale, fondando la sua etichetta discografica 92i e lanciando diversi marchi di abbigliamento. La sua influenza si estende ben oltre la musica, diventando un’icona di stile e un modello per molti giovani delle banlieue francesi. Tuttavia, la carriera di Booba è stata segnata anche da numerose controversie e faide con altri rapper francesi, in particolare con Kaaris, come si dice, tutto il mondo è paese.
Il rap francese ha anche affrontato temi sociali e politici in modo diretto. Médine, noto per i suoi testi provocatori, ha affermato: “Il rap deve essere uno specchio della società, anche quando l’immagine che riflette non è piacevole. Il nostro compito è dire la verità, non importa quanto scomoda possa essere.”
Negli ultimi anni, il rap francese ha continuato a evolversi, abbracciando nuovi stili come la trap e il drill. Fanno parte di questa nuova wave i PNL (acronimo di Peace N’ Lovés, che significa “pace e denaro” in argot), un duo rap franco-algerino composto dai fratelli Ademo (Tarik Andrieu) e N.O.S. (Nabil Andrieu) che ha rivoluzionato la scena con il loro stile “cloud rap”, un genere unico molto smooth ma che loro non amano definire in modo preciso: “Non ci piace etichettare la nostra musica. Creiamo un’atmosfera, un universo sonoro che riflette il nostro mondo interiore.” I PNL sono tra i pochi francesi che hanno riscosso un certo successo anche in Italia ma senza arrivare mai il mainstream. Originari del quartiere Les Tarterêts di Corbeil-Essonnes, nella regione dell’Île-de-France, i PNL hanno raggiunto la fama nel 2015 con il video di “Le Monde ou Rien”, girato alle Vele di Scampia a Napoli. Questo brano, incluso nel loro album di debutto “Le Monde Chico”, è diventato un inno per i movimenti giovanili francesi contro le ingiustizie nelle banlieues. I PNL si distinguono per la loro indipendenza artistica, rifiutando contratti con major discografiche e interviste ai media. Il successo del duo è cresciuto rapidamente: il loro secondo album “Dans la Légende” (2016) ha ottenuto il disco di diamante, mentre “Deux Frères” (2019) ha consolidato la loro posizione di punta nel rap francese. Famosi anche per i loro video innovativi, i PNL hanno fatto parlare di sé girando il video di “Au DD” sulla cima della Torre Eiffel. Attualmente è dal 2019 che non pubblicano più un album, solo a fine 2023 hanno rilasciato un singolo “Gaza”.
Orelsan, uno degli artisti più popolari degli ultimi anni, ha portato il rap francese a un pubblico ancora più ampio. Ha detto: “Il rap non è più un genere di nicchia. È diventato la colonna sonora della Francia contemporanea, capace di parlare a tutte le generazioni.”Il suo stile unico fonde elementi di Hip Hop, elettronica e pop, caratterizzato da testi introspettivi che affrontano temi come l’amore, le relazioni e le questioni sociali. Orelsan è noto per il suo abile uso dell’umorismo e dell’ironia, mescolati a tematiche più serie, che gli hanno permesso di raggiungere un pubblico multigenerazionale ben oltre i confini del rap hardcore. Il suo album di debutto, “Perdu d’avance”, è uscito nel 2009, ma è con il terzo album “La fête est finie” del 2017 che Orelsan ha raggiunto la consacrazione, ottenendo il doppio disco di diamante con oltre un milione di copie vendute in Francia. Il suo ultimo album, “Civilisation”, uscito nel 2021, ha dominato le classifiche francesi per due anni consecutivi. Oltre alla sua carriera solista, Orelsan fa parte del duo Casseurs Flowters insieme al collega Gringe. La sua versatilità artistica si estende anche al cinema, avendo diretto e recitato in diversi film. Per dire, nel 2022, è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese, a testimonianza del suo contributo significativo alla cultura francese e mondiale, dimostrazione di come il rap sia arrivato anche nelle istituzioni più alte.
Un fattore cruciale nel successo del rap francese è stata la legge sulla quota di musica nazionale nelle radio. Dal 1994, le emittenti radiofoniche francesi sono obbligate a trasmettere almeno il 40% di musica in lingua francese durante le ore di maggiore ascolto. Questa normativa, nota come “legge Toubon”, ha dato un forte impulso alla produzione musicale locale, incluso il rap.
In questo contesto, radio come Skyrock hanno giocato un ruolo fondamentale. Skyrock, nata nel 1986 come radio rock, si è convertita al rap e all’R&B nei primi anni ’90 (mai capito perché non hanno cambiato il nome in Skyrap), diventando la principale piattaforma radiofonica per l’Hip Hop francese. Con il suo slogan “Premier sur le rap” (Primi sul rap), Skyrock ha contribuito enormemente alla diffusione e alla popolarità del genere in Francia.
Confrontando il rap francese con quello italiano, emergono sia differenze che punti in comune. Il rap francese ha beneficiato di un supporto istituzionale più forte, grazie alla legge sulle quote radiofoniche, che ha permesso una maggiore visibilità e crescita del genere. Anche l’aspetto sociale ha inizialmente creato un solco tra le due nazioni, il multiculturalismo è realtà in Francia da decenni prima rispetto all’Italia in cui le seconde generazioni stanno apparendo sulla scena solo negli ultimi anni. L’Hip Hop In Italia, ha dovuto lottare più a lungo per ottenere riconoscimento mainstream, le radio per decenni hanno praticamente ignorato il rap trasmettendo solo pochi brani tra i più orecchiabili e relegando l’Hip Hop in programmi “ghetto” dove veniva trasmesso 1 ora a settimana.
Tuttavia, entrambe le scene ormai condividono temi comuni come il racconto della vita nelle periferie e la ricerca di identità in contesti multiculturali e anche, purtroppo, un appiattimento dei contenuti nei testi che negli anni sono diventati meno impegnati. Sia in Francia che in Italia, il rap è comunque diventato la voce di una generazione che si sente spesso emarginata e incompresa e che lo esterna sia con i soliti stereotipi sull’ostentazione della ricchezza, sia con concetti più profondi che però sono sempre più relegati alla scena underground, prospera in entrambe le nazioni.
Le collaborazioni tra rapper italiani e francesi sono state diverse nel corso degli anni anche se sarebbero potute essere molto di più vista la vicinanza geografica. La barriera linguistica rimane però un ostacolo. Recentemente l’ondata di rapper italo-magrebini che hanno nel francese una delle loro lingue madri potrebbe aiutare uno scambio più consistente tra la scena francese e italiana.
Negli ultimi anni si è sviluppata una tendenza interessante nel rap italiano, con alcuni artisti che hanno iniziato a incorporare il francese nei loro testi, creando un mix linguistico unico. Questo fenomeno riflette le influenze culturali e le origini di molti rapper di seconda generazione in Italia.
Ghali è uno dei pionieri di questa tendenza. Di origini tunisine, Ghali spesso incorpora frasi in francese e arabo nei suoi testi in italiano. La sua collaborazione con il rapper francese Lacrim nel brano “Tristi” del 2017 è un esempio perfetto di questa fusione linguistica. Inoltre, nel 2020 ha collaborato con Soolking, un rapper algerino che canta in francese, per il brano “Jennifer”, dove si mescolano italiano, francese e arabo. Sfera Ebbasta, ha dimostrato la sua versatilità linguistica collaborando con artisti francofoni. Ha partecipato al remix di “Djomb” del rapper francese Bosh, dove ha rappato sia in italiano che in francese, ha collaborato anche con Kalash nel brano “Mwaka Moon (Remix). Baby Gang, rapper di origini marocchine, spesso incorpora frasi in francese e arabo nei suoi testi. La sua musica riflette fortemente l’atmosfera delle banlieue francesi, creando un ponte tra le due realtà. Capo Plaza ha mostrato la sua abilità con la lingua francese in collaborazioni come “Pookie Remix” con Aya Nakamura e “Billets” con Ninho, dimostrando la sua credibilità nella scena rap francofona. Nel 2018 Tedua ha collaborato con Sofiane nel singolo “Fashion Week RMX” e anche Baby Gang ha realizzato un brano con lui, “Blitz 2”.
Discorso a parte merita Speranza, un rapper italo-francese che incarna la fusione tra le culture Hip Hop dei due paesi. Padre italiano e madre francese, è cresciuto in Francia prima di trasferirsi a Caserta. La sua unicità risiede nel mix linguistico che utilizza nei suoi brani, combinando napoletano, francese, italiano e dialetto zingaro. Iniziando la sua carriera musicale a 34 anni, dopo aver lavorato come muratore, Speranza porta nei suoi testi un’autenticità radicata nell’esperienza di vita. Il suo stile unisce l’energia del rap francese con la melodicità della tradizione napoletana, creando un ponte musicale tra le due culture.
Una piccola nota anche per quanto riguarda l’informazione sull’Hip Hop. Dopo la chiusura di Aelle, arrivò Groove, una rivista che era l’edizione italiana di una francese di cui conservava alcune interviste e articoli oltre alla grafica (inizialmente avevo fatto un progetto grafico diverso mantenendo solo il nome ma poi i francesi ci hanno costretto ad usare il loro design che non mi entusiasmava molto). Nel team italiano oltre a me, solo per il design, c’era anche Rido e Andrea Paoli.
Groove, a sinistra l’edizione francese, a destra quella italiana
Nonostante il suo enorme successo commerciale, il rap francese continua a mantenere un forte legame con le sue radici underground e il suo spirito di contestazione. Come ha affermato Nekfeu: “Il successo non deve farci dimenticare da dove veniamo e perché abbiamo iniziato a fare rap. La nostra missione è sempre quella di dare voce a chi non ce l’ha.”
Il rap francese è diventato molto più di un genere musicale: è un potente mezzo di espressione culturale, un veicolo per il cambiamento sociale e un riflesso della Francia contemporanea in tutta la sua complessità e diversità. Come ha sintetizzato Youssoupha: “Il rap francese è la voce della Francia di oggi, con tutte le sue contraddizioni, le sue sfide e le sue speranze. È la nostra storia, raccontata con le nostre parole e i nostri ritmi.”