Di FlyCat
Ottobre 1998
New York City, 21 ottobre 1998.
La comunità del writing è devastata dalla perdita di uno dei suoi più influenti e rispettati membri. DONDI White ci ha lasciato il 2 ottobre all’età di 37 anni, dopo una lunga malattia. Nato Donald J. White, da genitori italo ed afroamericani, DONDI è cresciuto a Brooklyn nella zona di East New York. Faceva parte di quel piccolo gruppo di artisti metropolitani che fece con successo il balzo nella scena delle gallerie internazionali e dei musei.
Cominciò la sua carriera di writer nella metà degli anni ‘70 come NACO, membro della TOP crew (The Odd Partners) con base a Brooklyn. Con i suoi compagni MICKEY729, HURST, DIKE, MOVIN’, JEE2, I.K. e UPS2, gli Odd Partners dominavano le linee della BMT. Nel 1977 DONDI formò la sua prima crew chiamata CIA (Crazy Insides Partners). Una parziale lista include DURO, KIST, AERON, GREG167 e KID56, ed è sulla linea N° 2 della metropolitana che DONDI dipinse la maggior parte dei suoi pezzi che gli fecero guadagnare il soprannome di “The Style Master General”. Con una precisione da robot, DONDI creò lettere lustre ed aerodinamiche. Le consegnava al metallo con grandiosa precisione e controllo.
Le lettere in ‘wild style’ erano il suo forte e nessuno riuscì a fare di meglio. Nei tardi anni ‘70 e nei primi anni ‘80, DONDI ridefinì l’estetica dei graffiti. Cominciò ad utilizzare una vasta serie di nomi per realizzare le sue acrobazie nell’aerosol art (POSE, PRE, BUS129 e ASIA per citarne alcuni). Fu un mentore per molti ed aiutò numerosi writers a sviluppare il proprio talento. Citava spesso le sue influenze grafiche e tra i nomi troviamo MICKEY, NOC, HURST e SLAVE. Nel 1983 DONDI esibì i suoi dipinti e disegni negli Stati Uniti ed all’estero.
Il suo lavoro fu molto apprezzato in Europa e venne rappresentato da una galleria olandese per svariati anni. I suoi lavori si trovano inoltre in diverse permanenti incluse quelle ai musei Boymans e Groningen nei Paesi Bassi. I lavori per la galleria di DONDI spesso mostrano gli studi sulle singole lettere, immagini anatomiche e figure ombreggiate. Icone personali come figure longilinee, tricicli e bombolette spray erano costanti nel suo vocabolario visuale.
Spesso scriveva dei testi direttamente sulla tela raccontando storie circa il suo impegno come artista: “I gladiatori di un oscuro continente continueranno la battaglia sulla terra fino a che non troveranno la cura per la cecità.” DONDI ha lasciato dietro di sé un’eredità. Il suo meraviglioso lavoro è rimasto qui fra noi per essere ammirato per sempre. La sua anima, il suo amore e la sua visione furono presenti in ogni cosa DONDI fece. DONDI ci ha toccato. Ci mancherà per sempre e non lo dimenticheremo mai.